VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI il bottino delle guerre balcaniche; approfittare di ogni complicazione internazionale per accaparrarsi nuove terre nell’ Albania meridionale verso l’Adriatico; premunirsi contro le vendette bulgare. Quest’ultimo concetto pareva il fattore principale di ogni decisione e delle condizioni che la Grecia poneva per ogni intesa con qualsiasi dei belligeranti; tuttavia, quando anche la Bulgaria si decise alla guerra, la Grecia non si mosse- Così continuò barcamenandosi fra i sentimenti tedescofili e le pressioni dell’Intesa, finché questa riuscì ad imporsi. 8. Negoziati con la Bulgaria e sua alleanza con gli Imperi Centrali (ott. 1915). L’entrata in guerra dell’Italia parve destare dall’inazione che durava dalla fine del 1914 i serbi e i montenegrini i quali, riprese le ostilità, invasero dal nord le terre albanesi. L’Italia ben conosceva le aspirazioni del Montenegro su Scutari, ma non si allarmò per l’avanzata in Albania della Serbia, sebbene il governo serbo, che conosceva le idee italiane circa l’Albania, avesse trascurato di informare Roma prima di agire. Alla fine del giugno 1915 i montenegrini entrarono in Scutari; poscia i serbi occuparono Tirana ed Elbassan ed ancora Durazzo, giungendo all’Adriatico. Fu allora che l’Italia stimò necessario farsi sentire, senza però contrastare subito il fatto e rimandando alla fine della guerra ogni decisione in merito all’Albania; al che la Serbia parve aderisse in principio- A questo punto entrò in scena la Bulgaria. Per la Bulgaria il problema della guerra si presentava in modo semplice: schierarsi, senza pregiudizi, dalla parte di chi le offrisse il compenso o quantomeno la pro- 184