p <3* 361 ->3> un buon naturalista, ammanierato però assai volle per affrettarsi. Dopo aver visto sostenula la pittura da alquanti artisti, che seppero tenersi lungi dal comune disastro, vedremo or nascere, d in mezzo alla generale corruzione, uomini, i quali, guidati dal relio senso del bello, innalzeran 1’ arte nuovamente a gloria non vulgare, e principalmente uno, che più degli altri salì in fama, studiando sulle opere dell’ antesignano di nostra scuola. XVI. IL PADOANINO, SUOI ALUNNI E SEGUACI, ED ALTRI BUONI PITTORI DI QUEL TEMPO. Mentre la pittura giaceva prostrata in alcuna parte del veneto Stato, in altre parti andava rinvigorendo, onde nella decadenza della metropoli la gloria della nazione non fosse spenta. Verona fu il maggior suo sostegno ; che, oltre l’aver prodotto un llidolfi, un Turchi, un Ottini, i quali molto ornaron la patria, come vedremo, diede anco i natali a Dario Varotari, che, stabilitosi a Padova, fu quasi pietra fondamentale a una florida scuola. Avea praticato in Verona con Paolo, con cui ha talora qualche principio di somiglianza; ma il suo gusto è formato certamente in altri originali. 11 disegno è castigalo, come ne’ Veronesi comunemente, ed è timido alcune volte sul metodo di quegli scolari de’quattrocentisti, che, menlre i conlorni fan più pastosi dei loro maestri, par che temano in ogni linea di allontanarsi troppo da’loro esempi: tale è lo stile da lui usato nelle pitture di Sant’Egidio a Padova. In altre, compiute in più adulta età, sembra aver voluto imitare più moderni autori, qualche volta Paolo, e talora Tiziano stesso nel disegno e specialmente nelle teste, come nella tavola del Titolare a San Barnaba in Venezia. Dario dipinse in questa città, in Padova, nel Polesine, e poco operò, se si ha riguardo all’età che visse. Fece alcuni allievi in casa e fuori, e degli ultimi giova ricordare Gio. Battista Bissoni e Apollodoro di Porcia, il quale fu ritrattista di molta riputazione. Ebbe Dario una vol. r, p. ii. 46