162 ebbero esito negativo e furono interrotti; la situazione, per subdolo intrigo dei duchi, diventò tanto tesa e grave, che il generale bizantino dovette rientrare alle sue basi per non esporre la flotta a nuovi fatali e pericolosi insulti (1). 12. — Dopo la partenza della squadra bizantina la vita lagunare, sotto una apparente calma, s’ avviò per la china di dolorosi eventi, trascinata dalla perfidia, dei suoi dirigenti, come denunciano gli annalisti franchi con altero disprezzo (2). Obelerio e Beato non erano certo amici dei Bizantini. Il loro intrigo però in definitiva ritornò a loro danno, e, quel che è peggio, dello stato, perchè non seppero prevedere le conseguenze, alle quali si esponevano irritando i rapporti franco-bizantini e istigando gli uni contro gli altri. La scaltrezza di mutar amicizia a occasione opportuna, senza legarsi con impegni decisivi ad alcuno, non era intuito di accorta politica per la tutela dell’ incolumità nazionale. Più probabilmente lo stimolo dell’ interesse personale aveva suggerito gesti, che davano la sensazione di scarsa sincerità, di inganno, di perfidia, anche se non era vero : e avevano scontentato tutti. L’equivoco ondeggiare, sia pure a buon fine, procurò al ducato ore funeste e tragiche, ai loro autori la rovina. Per colpa loro le trattative di pace franco-bizantine, che in modo vitale coinvolgevano le sorti del governo veneto, erano state interrotte, la tensione tra i due imperi aggravata, le ostilità riaperte. Per colpa loro i Franchi erano stati eccitati a prender possesso delle terre bizantine dell’Adriatico, dalla laguna alla Dalmazia (3). Cosi pensavano i cronisti d’oltralpe. Diversa, anzi opposta versione registra il narratore indigeno (4). Per carità di patria egli si sforzò (1) Annales regni Francorum cit., p. 127 : Pavlus — Wilhareno et Beato Venetiae ducibus omnes inchoatus eius impedientibus atque ipsi etiam insidias parantibus, cognita illorum fraude, discessit. (2) Annales regni Francorum cit., p. 130. (3) Annales regni Francorum cit., p. 130 : Interea Pippinus rex, perfìdia ducum Veneticorum incitatus, Venetiam bello terraque marique iussit appetere ; subiectaque Venetia ac ducibus eius in deditionem acceptis, eandem dassem ad Dalmatiae litora vastando misit. (4) Iohan. Diac., Chronkon cit., p. 104 : qui cum magna dificúltate por-tus, qui dividunt insularum littora, pertransisset, tandem ad quendam locum,