VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI mini successivi di goti, longobardi e franchi; ma al chiudersi del secolo X un regno croato indipendente si trovava a far parte di quella gran fascia slava, che dal Baltico all’Adriatico includeva i paesi di Polonia, Boemia e Moravia. In Croazia, prima che altrove, dovevano però le lotte intestine, caratteristiche di tutti i popoli slavi, condurre alla perdita della libertà: nel 1095 il bano di Croazia, fratello di Colomano re d’Ungheria, chiamò questo in aiuto per sedare lotte interne; Colomano accorse tosto, vinse ed uccise in battaglia il capo della rivolta, ma poi conchiuse l’impresa annettendo la Croazia al regno d’Ungheria. Questo stato di soggezione, salvo temporanee interruzioni, e nonostante le non mai cessate rivendicazioni croate, durò fino al 1918. Questo precedente caratterizza la storia croata. La Croazia è regione di povere risorse, insufficienti ad alimentare i grandi porti dell’alto Adriatico, antichi centri di romanesimo. Il naturale retroterra di questi sono i paesi danubiani. La Croazia è sempre stata stretta tra potenze più ricche e più forti: le nazioni del medio Danubio da una parte, i padroni del mare — Roma o Venezia — dall’altra: sta in ciò la sua fatalità storica. 2. Latini e Slavi in Dalmazia. Il caso della Dalmazia è diverso. La Dalmazia è quella parte della Penisola balcanica che prolunga geograficamente il Carso istriano verso sud, fra la catena delle Di-nariche e l’Adriatico, fino alle Bocche di Cattaro e alle coste albanesi. Con la sponda alta, rocciosa, frastagliata a fiordi, fanno sistema le innumerevoli isole dell’Arcipelago dalmata, in un tutto che dà alla riva adriatico-balcanica 16