VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI cugino di re Alessandro, e due uomini politici serbi. A costoro veniva così improvvisamente affidato il compito di fronteggiare quelle forze disgregatrici che invano re Alessandro aveva tentato di domare. Il mondo intero giudicò come la grave tragedia fosse di origine puramente interna, e risalisse all’insanabile contrasto tra serbi e croati; tuttavia la Jugoslavia cercò di riversarne la responsabilità anche a taluno dei suoi nemici esterni, e in un ricorso alla S. d. N. accusò l’Ungheria di aver non solo tollerato ma anche favorito le mene dei terroristi croati e macedoni rifugiati sul suolo ungherese. Ma in sostanza il tragico evento dimostrò soprattuto quanto il giovine stato jugoslavo fosse ancora lontano dall’asserita coesione e solidità interna. Seguirono nuove crisi governative nell’inverno 1934-35, 'n cu' si dovette constatare il vuoto che la scomparsa di re Alessandro aveva lasciato nella vita pubblica jugoslava; la sua autorità non poteva essere senz’altro sostituita da quella dei reggenti. Gravi recrudescenze di rivolte studentesche turbarono la stessa Belgrado. Alfine, nell’aprile del 1935, la reggenza riuscì ad assicurare lo svolgimento ordinato delle nuove elezioni parlamentari- Dopo la questione croata, la questione macedone rimane sempre una spina per la Jugoslavia : ed è questione anche più complessa, perchè oltre alla Jugoslavia interessa la Bulgaria, l’Albania e la Grecia. All’osservatore imparziale appare evidente come la soluzione integrale di una Macedonia indipendente e neutrale, retta sotto la protezione di una nuova Società delle Nazioni, con uno statuto che assicuri a tutti gli stati balcanici parità di diritti commerciali in un libero porto franco di Salonicco, soluzione: che sarebbe certo la più felice e conveniente per tutti, sia, di fronte all’odierna realtà 290