quest1 epoca avessero tre remi per banco; la qual cosa basta per assicurarci, che la galea sottile era la trireme veneziana minore. Dalla prua di questo naviglio sporgeva un assai lungo rostro o sperone, e su di essa prua stavano potentissimi mezzi di difesa, giacché appunto, come le galeazze, le galee, 1 efuste ed altri consimili legni a palamento, la galea sottile si presentava in battaglia con la prua, giammai co1 fianchi, ove non fosse costretta dalle evoluzioni, perchè i fianchi erano i siti più deboli, meno difesi e più pericolosi a cagione de’ remi. Nei primordi, cioè nel XIV secolo, la galea sottile andava armata co1 soliti mangani, colle balestre di varie grandezze ad arco di ferro, e provveduta degli antichi sifoni. La ciurma era munita di scimitarre, spade, coltelli da ferire, lande tutte di ferro ed altre di faggio, lunghe piedi i5 (metri 5,220), terminate da acuta punta di ferro con uncini adunchi o rampini, e foderate di lamina almeno per cinque piedi. Àveansi inoltre dardi da mano lunghissimi, freccie, spontali o spontoni, c 1 e fonde, con le quali si scagliavano sassi, detti in greco Koy\aua$, coglajas, ed in veneziano cogoli; anzi una legge del 1279, che ancora abbiam menzionata all1 articolo battelli, prescrive che ogni legno, fra le altre armi, debba essere provveduto di duos batelatas de petris, e collocate in tal luogo da potersi adoprare quando fuerit opportunum. V’ erano le balestre di corno con le quadrella, altra specie di freccia, le balestre pesarotte e gli archi gitarioli, i quali forse, ma in modo diverso dellefionde, servivano a lanciar cogoli ed altri sassi da mano; si avevano i ronchi, specie di coltello adunco a lungo manico, e le partesane o stocchi alla bolognese. Oltre alle armi offensive, era l’equipaggio munito anco delle difensive, quindi di elmi, di celate, di cappelline, ossieno caschi di ferro e di cuoio, visiere, o maschere di ferro, curazzine (piccole corazze), falde, garzarine, brazzaletti e panciere egualmente di ferro. Troviamo pur nominati i capi-remi, che 1’ eruditissimo Filiasi suppone essere stali istrumenti co’ quali si danneggiassero i remi de’legni nemici, e si ghermissero appunto come si farebbe adesso con la lancia adunca, che diciamo anghiero. A corredo di ogni galea esser doveano due pompe o trombe assorbenti, ciocché è prescritto da leggi emanate nel XIV secolo, le quali vi assegnano pure due pompieri o trombieri pel servizio loro, lo imperché deduciamo come, fino da allora, erano fra noi coltivate le fìsiche discipline per quanto l’età concedeva ; onde s’avvisava assai tardi il padre Coronelli, offrendo con qualche aspetto di novità cinque diversi stromenti per estinguere il fuoco che si fosse acceso e per impedire gli incendi nelV arsenale e città di Venezia; scegliamo inoltre questo sito per notare che le pompe generalmente usate in Venezia, al cadere della repubblica erano modellate sulle forme proposte l’anno 174° da Richard Newsham, la cui descrizione abbiamo in un foglio a stampa, che comincia: u An estrait of wat is distinctliy faid belovv, of Engines for extinguishing. •>') Fires, etc., ” con figura in legno. Nè mancavano sulle galee sottili i mezzi opportuni a rallegrare le ciurme, ad infondere, ad accrescere il coraggio e l’energia nell’animo de’combat tenti, e a far loro conoscere gli ordini, onde potessero eseguire a tempo, e con militare rapidità ed esattezza, le occorrenti manovre delle vele e de1 remi. Quella musica, quell1 accordo, quella scelta associazione di stromenti, non sembrerebbero a1 nostri giorni nè ameni nè deliziosi, perchè armonizzati da due timpanisti, un tamburo, due trombettieri e qualche naccheri-sta ; laonde, più che melodie, risultare dovevano rumori, schiamazzi, fremiti tempestosi che in que’secoli ed a quelle orecchie avvezze al frastuono dell’armi, forse parer dovevano incantevoli suoni di Eliso.