203 appassionata, nè si era soverchiamente commossa delle decisioni della sinodo. L’apparente ostentato disinteresse non era sintomo di apatia. La vita politica non poteva restare estranea allo sviluppo dei problemi religiosi, che toccavano la sensibilità individuale e collettiva di popolo e governo. Aveva però un modo proprio di sentirli, di interpretarli e di risolverli, abbastanza diverso dal rigido schematismo grandense. Nel corso del dibattito era stato pronunciato e ripetuto più volte il nome del santo evangelista Marco, per fortificare nel suo nome l’unità metropolitana, germogliata dalla sua ardente propaganda. La rievocazione non restò inerte. Dalle fredde aule ecclesiastiche, dove era sommerso in aride dispute teologali, scese tra il popolo, s’accostò alla sua coscienza, parlò il linguaggio primitivo degli umili, e destò impressione ed entusiasmo. Il nome di S. Marco, superando il formalismo giurisdizionalista, diventò simbolo dell’ anima nazionale, non subordinato a gretti pregiudizi di territori, ma obbediente a sano e spontaneo ideale. In questo stato di nobile esaltazione il popolo andò alla ricerca delle spoglie del glorioso evangelista (1). La leggenda narra che due tribuni, Buono e Rustico, s’avventurarono al ritrovamento del corpo ; con l’aiuto di mercanti lo trafugarono ; sfuggendo al rigoroso controllo di occhi polizieschi lo portarono a Venezia, ove fu accolto con la gioia, con l’entusiasmo, con l’onore, che si competeva (2). Nell’ iniziativa dei solitari mercanti si deve ravvisare l’opera di tutto un popolo. Nella loro industre tenacia di ricerca si erano trasfusi il desiderio, il fascino, la volontà di governo e di popolo, che ansiosi attendevano l’arrivo del promesso dono. Sia casuale, sia meditata la scoperta della reliquia, il risultato fu il medesimo. Appena effettuata, diventò pegno della coscienza (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 109 : ultimo vero vitae svae anno sanctis-simi Marci evangelistae corpus, de Alexandria a Veneticis allalum, recipere pro-meruit. Cfr. il testamento di Giustiniano (Gloria, Cod. dipi, pad., I, 14 ; Documenti cit., I, 98 ; Origo cit., p. 97, 133). (2) Danduli, Cronica cit., p. 62, 147 sg. Cfr. Pavanello, 8. Marco nella leggenda e nella storia, in «Rivista mensile della città di Venezia» a. 1928, n. 8.