suindicato primo matapane si legge: h. dandol; dux lungo l’asta, e s. m. veneti, cioè Sanctus Marcus Veneticus o Veneticorum dal lato del Santo; e cosi di poi si proseguì negli altri grossi o matapani colla sola immutazione dei nomi. Nel rovescio, fin ad Antonio Vernerò, si leggono le sole sigle ic. xc. ai lati del Salvatore; e fu sotto di lui, verso il 1400, che s’introdusse la leggenda: tihi . lavs . et . gloria, poscia con piccole differenze proseguita anche in altre monete dell’ epoca susseguente. 11 suo disegno andò progressivamente riformandosi specialmente nella posizione e costume del doge, che soltanto sotto Andrea Contarmi, antecessore del Venier, vedesi coperto col corno o berretta ducale di Venezia. Nelle raccolte sogliono mancare i matapani fra il 1354 ed il 1367 dei dogi intermedi ad Andrea Dandolo e al Contarini suddetto ; pur nella collezione del conte Girolamo Morosini havvi quello ancora di Giovanni Grade-nigo e l’altro più recente di Pasquale Malipiero, che sono da aversi fra i rarissimi. E noto come da prima, nel 1200, si fece del peso veneziano di grani 44, col peggio di carati 40, ossia fine di grani 42 Dai cronisti, che tutti posteriormente ne parlano, si mette del valor primitivo di piccoli 26, il quale però dal Carli si vorrebbe un aumento dell’altro di piccoli 24, o soldi due, eli’ egli come valore d’istituzione riconosce assai più probabile; per modo che, secondo tale ragguaglio, 10 di questi grossi costituito avrebbero il valore equivalente alla lira di conto di venti soldi a grossi e di piccoli 240, col fine argento di grani f|24 10Vm; altrimenti computando questi 240 piccoli a 26 per grosso, si avrebbe invece 1’ equivalenza di questa lira a 9 grossi e yi3, e perciò 1’ intrinseco di grani 406 y13. Si noteranno in seguito le posteriori sue minorazioni di peso e d’intrinseco, nonché gli aumenti che non ostante seguirono di suo valore, e come a ciò abbiano contribuito le piccole monete medesime colle quali cambiavasi poi peggiorate aneli’ esse o rese sempre minori. Ottant’ anni dopo del grosso d’ argento, cioè nel 1284, sotto Giovanni Dandolo, cominciò il ducato d’oro (tav. I, n. 10); moneta principalissima fra le veneziane, e distinta in fra le molte per la sua