o 62 «3>- Gabriele annunziante la Vergine diviso da un angelo, ed ai piedi il leone alato. Nelle estremiti vi sono, negli angoli superiori, i profeti Daniele e Zaccaria, ne’ due inferiori i santi Marco e Nicolò, e fra le une e le altre figure, i santi Pietro e Paolo. Ai lati del quadro stanno due Angeli, e per fianco all’ altare due bassi-rilievi coi santi Teodoro e Giorgio. Narra il Dandolo (1), che la pietra di granito orientale, la quale serve di mensa all’ altare descritto, sia quella medesima sulla quale Gesù predicasse alle turbe fuori di Tiro, e qui poscia recata, nel 1126, dal doge Domenico Michiel. Ma forse die codesta pia credenza sia da porsi in dubbio ; come in dubbio si pone, essere la pietra macchiata in rosso, infissa nella parete a destra, quella medesima, su cui, nella prigione ove era rinchiuso, cadesse il sacro capo del Battista, reciso per ordine dell’ incestuoso Ascalonita, e qui pure recata dal doge anzidetto. Sopra a questa ultima, entro un calino, vi è scolpita in marmo la testa del Santo. Di fronte, posa sul terreno una cattedra di marmo, cui i nostri cronisti, fra quali il citato Dandolo (2), dicono donala al patriarca di Grado dall’ imperatore Eraclio, siccome quella ove sedette san Marco in Alessandria. Noi abbiamo, nella nostra Storia della pittura veneziana, dimostrato assurdo del tutto codesto fatto, mentre non potea servir questa sedia a san Marco, se in essa veggonsi scolpili gli animali dati per simbolo agli Evangelisti in età più tarda (a). 11 doge Andrea Dandolo, morto nel 1551, riposa in una cassa di marmo infissa nella parete presso la finestra e sopra la ricordata sedia. Dice il Sansovino (1), che per sua cura codesta cappella (1) Franciet Veneti curn (levotione tapidem super quem tristis extra civitatem sedit inquirunt, et inventimi cum devotione ad navigia deferunt. De hoc magister historiarum ita ait: ante Sjrrum f'uit lapis marmoreus grandis, super quem sedit Jesus Christus, et mansit illesus tempore gentilium, sedpostea a Francis et Fenetis mutilatus est. Super ejus autem residuum in honorem Salvatoris ecclesia constru-ctafuit. (2) Chron. (3) Storia della pittura veneziana, pag. 26. 27 in fot. unita alla Pinacoteca veneta. (4) Loc. cit., pag 97.