o 53 frazione da 20 bagattini, non più si trovano dopo Marin Grimani, all’incominciare del 1600. In più lungo corso si mantennero, siccome monete di uso, le altre minori, cioè 1’ ottavo o da 20 soldi, che primo terminò sotto il doge Erizzo, cedendo verso il 16^0 la rappresentanza della lira all’altro ottavo di giustina col 15 Vs, ed alla poi cosi nominata lirctta vecchia: circa venti anni ancora, cioè fin al 1665, proseguirono il sedicesimo col 10, ed il trentaduesimo col 5. Oltre a questa giustina maggiore da lire 8 e suoi spezzati, annoverar pur si deve 1’ altra giustina minore (tav. Ili, n. 5), o ducato da lire 6:4, due anni dopo della prima, cioè nel 1588, messa fuori col suo nome dal doge Cicogna, che ne pubblicò pure il mezzo ed il quarto, ed il quale così rinnovò il primo ducato 1561 del doge Priuli, qui diminuito dai grani veneti 651 ai 544, cioè ridotto all’intrinseco di soli grani veneti 516, che, a lire 6:4, bene si ragguagliano colla lira, ossia colla prima giustina del 1571. A distinzione delle altre consimili monete, nel dritto, alla figura del santo Evangelista si sostituì il leone in piedi, che dà il vessillo al doge ; ed ommessa la denominazione di ducato nelle leggende, si contrassegnò solamente il vario valore dell’ intiero e dei due suoi spezzati mezzo e quarto colle solite cifre 124, 62 e 31. Più tardi, sotto il doge Erizzo, quando l’intiero, verso il 1640, benché diminuito asoli grani veneti 536 era salito al valore di lire 8, si aggiunse lo stampo anche del suo ottavo, che in correlazione si notò col 15 V» nell’ esergo, ma che in fatto venne allora a rappresentare la lira effettiva di buon argento del peso circa di grani 67, e fino di grani 64 poco più, in luogo dell’ altro ottavo di giuslina maggiore o da 20, che, come superfluo, allora si tralasciò : a pari ragione, per l’aumento delle valute, presto cessò, nel 1665, anche questa posteriore moneta, che fu poi sostituita colla liretta nuova, e men buona del suindicato ultimo periodo. Questa seconda fu la giustina, che alternativamente coi due suoi più antichi spezzati, sebbene divenuta moneta di minor interesse, si continuò fino agli ultimi tempi, mantenendo il concetto dell’ argento veneziano alla bontà di già adottata, almeno dall’anno 1472, onde