di Venezia, ma di tutta Italia. Chi poi si trasportasse col pensiero al secolo del suo innalzamento, e si figurasse tutti que’ molti intagli, que’ tabernacoli e quelle aguglie messe ad oro, come allora vede-vansi, e come lo attesta il dipinto di Gentile Bellini, sprimente la processione della Croce santissima intorno alla piazza, oltre che farsi un’ idea alquanto più splendida della nostra basilica, avrebbe con che argomentare sulla ricchezza dei Veneziani in quel secolo, quale fosse la loro pietà e quanta la loro magnificenza. L’ ordine superiore porta, nei cinque comparti, quattro musaici, e quello di mezzo è aperto da un’ immensa finestra, che spande il lume principale entro il tempio. Codesti musaici furono lavorali coi cartoni di Maffeo Verona, scolare e genero di Alvise dal Friso, ed imitatore spiritoso del gran Paolo, forse troppo libero, morto nel 1612. Figurano la deposizion della Croce, la discesa del Redentore al limbo ; la sua Resurrezione e 1’ Ascensione di lui al cielo. Secondo lo Zanetti, si lavorarono da quel maestro Gajetanus, che lasciò il proprio nome e 1’ anno 1617 sulla estremità del sepolcro di Cristo ; e da questa epoca si rileva, che all’ artista costarono almeno sei anni di lavoro, supposto che il Verona abbia compiuti i cartoni negli estremi mesi di vita ( 1 ). Sotto all’ ultimo indicato (i) Nel musaico sprimente la Risurrezione, osservasi Cristo trionfante con noi Genovesi, ch’io veggio pronostico di felice successo per le cose nostre. Si