Fra le reliquie insigni che qui si venerano, ricordiamo soltanto quella della Croce, che fu un tempo con gran devozione invocata. Dai parrochi che ressero questa chiesa, uscirono Angelo Ila-rozzi, eletto nel 1204 primicerio di San Marco, ed insignito poi, nel 1207, del titolo di patriarca di Grado, nella qual sede morì il 1238: e Paolo dalla Pergola, celebre fdosofo peripatetico, eletto nel 1UU8 vescovo di Capo d Istria; al qual titolo e sede rinunziò egli, amando meglio di tenere il pacifico governo della sua chiesa, in cui moriva nel 1488. La sacra torre fu incominciata l’anno 1598, e finita con l’ori-volo il 1410, come nota il Sansovino. XXVIII. Anno 1531. San Feuce, parrocchia. fS. di Cann.J Flaminio Cornaro racconta essere stala eretta la prima volta questa chiesa nel 960, o forse, come dicono il Sansovino ed il Cappellari, nel 966, per cura della famiglia Gallina, e sacrata al santo martire Felice, prete di Nola, verso il quale la famiglia stessa avea par-ticolar devozione. Errò certamente lo Stringa attribuendo il merito della edificazione di questo tempio alla famiglia Grimani. — Venne poi questa chiesa rinnovata, forse in alcuna parte, e consacrata il dì li luglio 1267, come consta dal documento esistente nell’archivio della chiesa stessa, il più antico che ivi esista. Due vescovi, Leonardo di Gesolo c Fra Martino di Caorle, compierono il sacro ufficio. — Minacciando poi per vetustà di cadere, fu intorno alla prima mela del secolo XVI nuovamente rifatta, avendo noi trovato, fra i documenti dell’ archivio di essa chiesa, il testamento, in data 21 marzo 1551, del parroco Giovanni da Monte, che lascia, dopo alcune disposizioni particolari, tutto il suo per la fabbrica della chiesa, e nel 1552 a’9 luglio, l’altro testamento di Francesco So-ranzo, clic dispone 400 ducali a beneficio di delta chiesa, fra cui 116 per compimento della fabbrica. La quale era al lutto compiuta nel 1555, cosi risultando da una convenzione conchiusa dal capitolo e dai procuratori di essa coi fratelli della seuola del Santissimo, in vigor della quale si concedeva a questi 1’ uso di un altare per le loro pratiche di devozione. Chi poi ne sia stato I’ architetto,