manico del coltello di S. Pietro posto ultimamente nella chiesa ducale di S. Marco in Venezia. Delle varie opinioni intorno a questo medesimo coltello discorre con erudizione il Cornaro, e ne dice anche la provenienza. Colonna d1 argento dorato, che custodisce un pezzo della colonna dove fu percosso N. S. Vi sono scolpili due manigoldi che tengono in mezzo il Redentore, e nell'alto vi è la figura del Crocifisso. Sappiamo il tempo del lavoro dalla seguente iscrizione che vi si legge: MCCCLXXV. Questa Piera e propio che Cristo Jo hatudo. Pro Corner Pro Mis Michiel Morosini Mis pria de la colona elatorife far. Pezzo di legno della santissima Croce dell’altezza d’un palmo, e di larghezza di due terzi, legata in oro con lavori e figure. Un tempo conservavasi questa preziosa reliquia nell1 altare chiamato appunto della santissima Croce, e eh1 è quello in cui ora si adora il Santissimo Sacramento. Di retro alla medesima vi è la seguente iscrizione, che significa come T imperatore Enrico II ordinò venisse così legata, solendo portarla seco in guerra contro gl1 inimici. Condidit hoc signum Ghirardi dextera dignum; Quod jussit mundus rex franeus, duxque secundus, Graecorum dictus Henricus, ut hoc Benedictus, Bello securus sernper maneat quasi murus. Amen. Monsig. Tiepolo nella citata memoria opina esser questa la reliquia di Costantino il Grande, e rapporta l1 autorità della Cronaca di Andrea Dandolo : Devoti etiam Prin-cipes Sanctorum occultas reliquias tandem invenerunt, quorum Dux obtinuit miri-ficem Crucem auro inclusam, quam post inventionem matris Constantinus in bellis secum detulerat. Ma il Mcschinello prova, non poter essere quella di Costantino citata, perchè se toccò ai Veneziani nella divisione che fecero, era impossibile che l’imperatore Enrico II la facesse adornare, e seco la recasse quando non n’era il legittimo possessore. Altra Croce serrata in forma di libro d’argento e giojellata, su cui vedesi inciso lo stemma di un papa di casa Medici. 11 Cornaro dice che questa croce fu mandata dal san-giacco di Bossina in dono al doge Andrea Gritti, e da esso, per consiglio del patriarca Girolamo Quirini, venne deposta nel santuario. Due spine del Salvatore entro due reliquiari d’ argento. Altre due spine dentro un reliquiario d’ oro in forma di ostensorio. Altre picciole spine entro un reliquiario d’argento dorato, che il Cornaro dice donate alla repubblica da san Luigi re di Francia, allorché ricuperò le reliquie impegnate ai Veneziani da Baldovino li imperatore di Costantinopoli. Linteo con cui il Salvatore asciugò nell’ ultima cena i piedi agli apostoli con greca iscrizione. Della porpora e della santa Sindone in due reliquiari d’argento con greche iscrizioni. In una cassetta dorata con figure di rilievo contenente molle reliquie e ceneri dei santi Martìri, si leggono i versi seguenti : du«s (llw « 'JTTM^CtVTcf OÙUSCTCOV %U7et$ (Actfrufts vS-Xnear: nrcty^èvé^arui