154 sposti a sostenere 1’ urto della flotta e dell’ esercito bizantino, e in Dalmazia e nella Venezia. Essi infatti presto si sottomisero. Niceta, dopo aver riscattato la Dalmazia, a dir vero senza troppa fatica e senza bisogno di impiegare misure eccessivamente energiche, si trasferì a svernare nella laguna veneta (1), dove la resipiscenza fu non meno pronta. Al volontario esilio del gran colpevole, Fortunato, segui la sua deposizione. La sede fu occupata dal diacono Giovanni, già vescovo di Olivolo, contro il quale si era sferrato 1’ odio del vecchio patriarca e di Cristoforo (2). I duchi si disposero ad accogliere e ospitare l’armata, professando la loro fedeltà al sovrano orientale. La missione nicetiana era investita di compito specifico, ed altro più generale, contro i duchi ribelli presenti e contro i loro istigatori remoti, i Franchi. La presenza della flotta nelle acque adriatiche, riapriva il problema dei rapporti tra i due imperi. Gli incidenti locali davano adito a questo. La crisi veneta e dalmata non era più tale. Essa non era lasciata in balia ad apprezzamenti e a risoluzioni interne. Era diventata problema europeo, trattato, discusso e risoluto dalle maggiori potenze in armonia del proprio interesse. 10. — Il governo franco, assorbito da iniziative politiche vaste e delicate, all’interno e all’esterno, dalle difficoltà di assestamento territoriale e dall’assillante minaccia slava, non aveva azzardato nè azzardava affrontare un aperto conflitto con l’impero orientale. La prospettiva di acquisti problematici, e non sufficentemente apprezzabili per la compagine e la sicurezza dell’impero, non lusingava. Nell’Adriatico la marina franca difficilmente avrebbe potuto gareggiare vantaggiosamente con quella bizantina, sopratutto tra le insidie del golfo settentrionale. L’ ordinatio franca del Natale era rimasta senza effetto in seguito al pronto e vigoroso intervento del governo costantinopolitano. Alla dimostrazione di forza della flotta bizantina nè le squadre navali indigene, nè reparti militari franchi opposero resistenza, nè grande, nè piccola : passive le une, assenti gli altri. Il governo franco del regno italico preferì accettare la cavalleresca of- (1) Armales regni Francorum, cit., p. 124. Cessi, Pada cit., p. 125. (2) Iohan. Dlao., Chronicon cit., p. 103.