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divino luíanlo, a cui fan corona dai lati cinque sanie Vergini dall’ un canto, ed allrellanli Comprensori dall' allro, e a’ pie’ «lei Irono Ire pulii bellissimi. Né unità soltanto di ricopiata natura traluce in taluno di quei volli, ma, ottimamente dice I’ Aglietti (I), tracce ben distinte si scorgono di natura perfezionata dall' immaginazione, singolarmente la lesta del Magno Gregorio di carattere grandiosamente sublime, e<l in tutta quanl' ella é la figura di santa Caterina, in cui la modesta semplicità della mossa e dell' atteggiamento, e il dolcissimo volger degli occhi, richiamano deliziosamente la sembianza di quell' angelo di pace, che gli odi compose e le discordie crudeli de' suoi concitUidini, e risvegliò dovunque, coll’ amor fralol-levole della pairia, I' onore della virtù e il rispello »Iella religione.
    Ma passando alla seconda epoca, la più gloriosa della scuola nostra, diremo, che di sedici artefici si veggono qui opere lauda* lissime. ¡Atrenzo Lotto per primo, seguace un tempo de' Itellini, e poscia imitatore di Giorgione, nell’ ampia tavola del Santo Antonino, arcivescovo di Firenze, con alcuni monaci che accolgono suppliche e dispensano elemosine, uni al disegno la grazia, e fu commendato dateli storici nostri e «lai Lanzi (2), che questa tavola chiama di composizione bizzarra si. ma originale. — Il Irivigiano Hocco Mar-coni, nell’ altra tavola d’ aliare, colorì il Salvatore fra gli apostoli Pietro ed Andrea, ed ebbe dal Lanzi citalo e «lallo Zanetti, per la regolarità d«*l disegno e pel sapor delle tinte, assai lode. Sansone che trae acqua dall' arida mascella di giumento, di Hocco medesi* rno, svela la di lui perizia nello imitare lo stile del Barbarella. — Il San Francesco del lieccaruzsi da Conciliano non è opera delle sue più stimale, ma n«>n pertanto é da disprezzarsi. — Tulle perì» le tavole di questo tempio rimangono offuscate, come le stelle all’ apparir dell’ astro maggiore, da quella dell' unico Tiziano, spriinente il martire Piero nell'atlo che coraggiosamente raccoglie la palma di sua fede vivissima, colla inumana morte ministratagli dallo spietato
      (i) Elogio de Bellini* fra gli Atti dell' Accademia Venda.
      (a) Stor. Pilivoi. 111.