<3<> 91 •»£> priraa coi denari del Severo, poi della nazione), apertovi anche un uscio da tramontana per trapassare più brevemente in chiesa. Ora in codesta casa acquistala per ducali duemila (1609) (1), de’ quali oltre a mille avea lasciati Zoto Tzigani (1599) di Giannina, pro-tospatario di Pietro Michnesti principe di Moldavia, per farvi una cappelletla al nome de1 santi Anargiri, ebbe principio l1 instituzione del monastero. E dopo quattro anni, Sofronia Paleologo ne fu prima abbadessa. Vi si facevano educare le figliuole e donzelle greche, anche con fine di monacarle ; e v1 aveano leggi e discipline a governarlo, poste di tempo in tempo, cioè dal 1609 al i685 ; sancite dai Provveditori di comune e stampate anche in foglio volante. La somma è : Dovesse il monastero essere in tutto e per tu Ito soggetto alle risoluzioni del Capitolo ; accettarsi le monache con due terzi de1 voti. Potessero andare per la città limosinando ; e uscendo, per qualche altra cagione, del monastero, sempre a due a due. Si eleggessero ogni tre anni quattro procuratori per tenere insieme col guardiano il libro delle ragioni e soprantendere colParcivescovo al buon ordine. Si creassero le monache col più dc’voti un1 abbadessa virtuosa, devota e da ciò ; con giuramento di sincerità, senza broglio, nè parte. E, approvata dal Capitolo, ricevesse dall1 arcivescovo e dagli altri, già detti, il possesso e il pastorale. Durasse solamente tre anni colla possibilità della confermazione. Ogni monacanda avesse ad essere, prima che dal Capitolo, accettala dall1 abbadessa e dalle monache : e recare in dono al monastero ducali cento. Questo visitassero il guardiano e’procuratori almeno una volta il mese ; entrandovi sempre in numero di tre. Non vi si ammettessero figliuole, donzelle o altre senza squittino : e andassero in abito di lana nera e zendado, senz'altro ornamento (2). Da ultimo, sovra Puscio di ciascuna cella colali discipline stampate si leggessero (3). Ma intanto, poiché il monastero per vecchiezza minacciava di rovinare, pensossi a ricostruirlo per colletta (così facevano sempre) ; di che si raccolsero tremila settecento quarantaquattro ducati. A1 quali cinquemila ne aggiunse (1689) Pano Ieromnemone di Giannina, interprete del Gran Visir in Costantinopoli ; uomo che nelle corti imperiali fece con sue virtù onore al nome della greca nazione, e che la chiesa di san Giorgio splendidamente beneficò. La quale sin dal 1672 voleva egli tutta istoriata a mosaico, spendendo a questo fine la somma di duemila ducati. Ma la bella intenzione andò fallila per lo mancare di artisti acconci a degnamente condurre la impresa. Fu pertanto posto mano alla riedificazione del monastero nell1 anno 1691, sul disegno di Alessandro Tre-mignan, proto all’Arsenale. E comprendendovi le celle ( antica abitazione degli arcivescovi) a quello contigue, fu recato a fine nel 1G95, costato di spesa ducati ^553 (4). Lo mantenne continuamente la nazione; aiutaronlo per tempi molte disposizioni testamentarie, che davano ducati settecento annui. Ma ridotti in processo, per lo sbassare del frutto e il diminuire delle limosine, a soli quattrocento, fu preso (1717) che di quanto la chiesa pagava alParcivescovo e al maestro della nazione si dovessero fornire le monache di ciò eh1 è più streltamente bisognevole al vitto. Diciassette anni dopo la fondazione del monastero, Tommaso Flangini di Corcira, il quale per la sua rara eloquenza era allora de1 primi nel foro veneto, e già di bassa fortuna montato molto in ricchezze, propose di fare un collegio di educazione, lassando (1) Archiv. Busta n. 34, fase. 5oo. (a) Parte del 1753. (3) Busta n. 42. Fase. 603, (4) Archiv. naz. Processo n. 4a*