■o 59 *>&> ARCHIVIO DEL NOB. GIOVANNI BOLDÙ. Mentre molti nobili e cittadini di Venezia si dedicarono e si dedicano a raccogliere i documenti di storia o di arte, che si riferiscono agli antichi tempi della repubblica, il^BoIdù invece, oltre che conservare quanto ottenne dagli avi di manoscritti e di altro, ebbe l1 utile divisamento di fare la raccolta di tutte le carte pubbliche sì civili che ecclesiastiche di qualunque ministero, stampate e pubblicate in Venezia dai 12 maggio 1797 fino ai dì nostri, aggiungendo un indice esatto delle materie coll’epoche precise in cui escirono alla luce. Questo lavoro sarà giovevole nel correre dei tempi a chi amasse di scrivere con verità la deplorabile storia delle passate vicende. Fra i codici politici veneziani di questo signore, non crediamo fare di tutti particolare menzione, essendo in più copie già osservate in altri archivi, come di leggi del M. C. e dei pregadi, di aggregazioni alla nobiltà veneta, di copia di capitolari, dei casi di Renier Zeno, dal i6i6al 1628, delle congiure contro la repubblica. Noteremo piuttosto la Storia delle peripezie del governo veneto, scritta dal Nob. H. sier Gio. Antonio Venier, dal i3io al 1629, e copiata da Roberto Boldù nel 1767. Una orazione contro la proposizione fatta dai savi nel veneto senato la sera 22 marzo 1797 e dedicata al nob. Marc1 Antonio Michiel. La commissione del doge Francesco Venier fatta a Nicolò Barbarigo .podestà di Umano. E membranacea e con miniatura nel principio, e rappresenta la B. V. col Bambino, ed a'piedi il santo vescovo Nicolò in atto di fare una offerta di un libro a Gesù. Ma le cose le più notabili di questo archivio consistono nelle scritture originali che appartenevano all1 illustre famiglia Ma- latesta estinta in Roberto nel 1716. Questi ebbe una figlia di nome Angela, che si maritò in Moro q. Bernardo. Angelo ebbe due figlie, Cristina maritata nel Nob. 11. Nicolò Boldù fu di Andrea, e Lugrezia maritata nel conte Stefano Sceriman. In questa guisa l1 eredità dei Malatesta non poteva giugnere in mani più sicure di quelle del nostro possessore. Non diremo dei molti documenti che trattano delle antiche ricchezze, e di quelle lasciate agli eredi, nè dei testamenti o delle fedi di battesimo, e dei morti dei maggiori, mentre alla storia crediamo più giovevole indicare quanto segue : Albero genealogico di Roberto Malatesta, signore d1 Ancona, Pesaro, Rimini, fatto nobile veneto li 32 aprile 1480. Diplomi membranacei originali ed autentici di papi, d1 imperatori, di re, di duchi, di marchesi, ecc., cominciando da quello di Federico imp. Barbarossa. E una lettera originale diretta al Malatesta dal marchese Francesco di Mantova nel 1485. Un decreto di Pandolfo del 1507, con cui crea pretore di Cittadella Nicolò di Pietro Tonso di Vicenza. Un breve di Paolo 111 papa del 20 agosto i54o, addrizzato a Ginevra di Malatesta sulla questione di Rimini e di Cesena. Due diplomi a favore di Carlo Malatesta, uno di Massimiliano imperatore del i5i5, un altro di Carlo V, del i54o. Molte lettere di principi e fra queste di Ferdinando cardinale, duca di Mantova e di Monferrato del 1613, e del re di Francia del 1617. In somma è questa una raccolta unica. Il chiarissimo Lilta non abbisognerà che di queste carte originali per descrivere la casa Malatesta in continuazione dell1 opera magnifica delle illustri famiglie italiane.