o 484 ■•£>■ di quell’ amore pei Greci, che ornai era divenuto comune negli altri studi. Conoscitore egli stesso del greco, amico di Daniele Barbaro, eccitava il Gogavino a tradurre i greci scrittori di musica, non noti prima che per le povere e scarse opere de’Latini. Si sperò di far risorgere la greca musica con le sue maraviglie : ma il denso velo che la ricopre rapi tempo e forze al progresso dell’arte, sostituendo autorità mal comprese al giudicio della ragione e del senso. Su l’orme del Rore e dei Gabrielli veggiam seguire Baldissera Donali, che successe a Zarlino (9 marzo 1390), vivace scrittore di bizzarre canzoni e di madrigali, e di poi lo stesso Giovanni Croce, successor del Donali (13 luglio 1603) e discepolo dello Zarlino, le cui musiche si cantavano ancora giornalmente, con grande applauso per li cori, al tempo del Dogiioni (Delle cose notab. della città di Ven.J, e pareario sempre più dilettare. Cosi la riforma era già preparata a Venezia, quando vi giunse il Monteverde a compirla. Nato in Cremona nel 1368, educalo nella musica da Marcantonio Ingegneri, serviva già da più decine d’anni, come sonatore di viola e scrittore, la corte di Mantova, allorché, vacando il posto di maestro in S. Marco per la morte di Giulio Cesare Martinengo (22 ag. 1609; 19 ag. 1613), vi fu invitato ed eletto a pieni voti. « Soleva egli dire che, per giungere alla vera e totale perfezione della musicale disciplina, non poteva il cielo collocarlo in luogo, dove le cose fossero più armoniose (Fiori poet. nel funer. di Cl. Monteverde ; Venezia, 1644). » Qui infatti i cantori « gli si arresero di buona voglia nell’ abbracciare le più da loro non praticate forme di canto (ivi), » che accentato chiama l’Artusi. Il senso fu per lui tribunale supremo; sua legge 1’espression dell’ affetto ; l’armonia non più tiranna, ma serva. Di qua una pratica tutto diversa dalla fiamminga; perché la dissonanza fu da lui ordinata, più che a colorire l’armonia, ad esprimere con la sua durezza l’intension del-l’affetto. Onde primo scoperse le dissonanze naturali del tuono, anche ne’ loro rivolti ; agevolò in questa guisa e arricchì le modulazioni armoniche; stabili quella che chiamano i Francesi tonalité. I vincoli che teneano strettala musica al canto fermo, e ne impedivano