<- 159 «&■ innalzate venisse pur questa chiesa costrutta ; tanto più che ci è noto essere stata fornita ili un portico a simiglianza eli quelle, sotto il quale portico ricordasi dal Cornaro per quindici anni vissuta una venerabile donna reclusa, per nome Sofia, in unione a due compagne. E quindi pregevole per l’antichità sua, per la sua semplicità, per la forma dei suoi intagli e delle sculture sue poste ad oro, e per le opere di pennello clic conserva, le quali, appartenendo tutte al secolo XVI della scuola nostra, testimoniano pur esse 1’ ampio rislauro compiuto alla chiesa in quella età. Prima di accennar le pitture, ricordare vogliamo il ricinto del coro, formato da colonne di eletti marmi clic sorreggono 1’ antica cornice messa ad oro ; colonne certamente innalzale all’ epoca del primo accennato ristauro; c ricordiamo eziandio 1’ altare sullo stil dei Lombardi, nella cappella laterale alla maggiore, ove si vede, come tavola dell’ altare stesso, un ben operato basso-rilievo, della maniera stessa, figurante I' Eterno Padre e due Angeli, con molti e vari architettonici ornamenti. Xove pittori vennero a competenza per ornare di spaziose e stupende opere questo tempio. Sono essi : Andrea Schiavone, Giambattista Zelutti, Cartello Caliari, Luigi Benfatto detto dal Friso, Francesco Montemezzano, Palma il juniore, Leonardo Corona, Andrea Vicentino c Pietro Malombra, senza annoverare sci altre opere della scuola di Paolo. Il primo colori la fronte della cassa ove si venera il corpo di san Niccta, e nel soffitto della nave a destra, in alcuni compartimenti, 1’ Eterno Padre, vari Angeli, 1’ Annunziata ed i quattro Evangelisti. 11 secondo lasciava, per testimonianza del Moschini, la bella tavola con santa Elena che scopre la croce. Il terzo (jui esordiva nell’arte col dipinto sprimenle il Titolare, clic libera tre tribuni dalla morte ; e in più larda età, ornava il soffitto della cappella maggiore, col Santo medesimo in gloria, e nel poggio dell’ organo lasciava, in tre comparti, altrettanti prodigi operali da sanla Marta. Il quarto più degli altri sfogava suo genio, facile e spedilo, dipingendo in ampia tela il Magno Coslanlino, a cui apparisce la croce, siccome segnai di villoria contro Mascnzio ; c la