<• 33 «t> fattura dei celebri Zuccalo, ci ristringeremo ad indicare i seguenti musaici, riputati i migliori elio vanti questo tempio. Primo viene il s. Marco sulla porta principale, che sul cartone di Tiziano condusse Francesco e Valerio Zuccata nel 1545, come dalla inscrizione si vede ; la quale opera, sì per la diligenza con cui fu compiuta, e sì per la pronta mossa, intelligenza delle pieghe ed espressione vivissima, meritò in ogni tempo le lodi degli scrittori. Opere dei medesimi fratelli Zuccalo sono i grandiosi musaici che ornano tutto il recinto, ove si comprendono le porte maggiori. Quindi, sopra quella che mette nella piazza, vedesi il monumento del Salvatore, e più in alto la Crocifissione condotta da Francesco e Valerio nel 1549 coi cartoni del Pordenone, o, come altri vogliono, con quelli di Francesco Sa/viati; poi, alla destra entrando, la Resurrezione di Lazzaro, e a sinistra la sepoltura della Vergine, ambedue opere tenute fra le classiche di que’valorosi, vedendosi con assai magistero imitate non solo le tinte, ma gli effetti delle carni, gli sbattimenti ed ¡ giusti passaggi di luce e di ombra. A questo tengono dietro, in merito, i quattro Evangelisti disposti negli angoli di sotto, gli otto Profeti sovrastanti, e gli Angeli e i Dottori sparsi nel fregio ornato con ogni maniera di foglie e frutta, che invitano la mano a spiccarle; tanto imitano la natura! Nell’ altissimo vólto appare il Figliuolo di Dio fra le nubi con la Madre Vergine, il Battista, due Cherubi, e due Angeli con giglio in mano, adoranti la Croce cinta da vari simboli della passione, e i primi Parenti al piede di quella, ad indicare che pel loro peccato il Nazareno sofferse ignominiosissima morte. Crede lo Zanetti (1), essere questi gli ultimi lavori del già vecchio Bartolonmieo Bozza, eseguiti coi cartoni di Jacopo Tintoretto. E son pure invenzioni del medesimo Tintoretto, e parte di Antonio Vassilachi, detto Y Alterne, eseguite in musaico dallo stesso Bozza, gli Apostoli e gli Angioli coi gigli in mano da ambe le parli della croce. Ma Giannantonio Marini, discepolo del prefato Bozza, (i) Loc. cil. VOL. U, P. II. 5