-ss» 230 «£> per colorito; 2.a c 3.“ da Gian Anilrea conte Rusteghello, la Vergine Concetta e il san Francesco Saverio, quella dipinta con amore, questo non al tutto finito per morie dell’ autore ; 4.a da Lattanzio Querena, san Giuseppe seduto in allo con Gesù bambino sulle ginocchia e i santi Pietro, Lorenzo Giustiniani, Vincenzo, Luigi, Antonio ed Osvaldo che lo corteggiano ; lavoro di qualche merito se non altro per la composizione e pel colorito; 5.a da Marianna Pascoli Angeli ora defunta, sant’Anna che insegna leggere le divine Scritture alla Vergine sua figliuola. Le pareti della cappella maggiore furono ornate con due dipinti alla maniera del Tiepolo. Fra le molte reliquie clic si conservano convien annoverare : I .:i della terra intinta del sangue preziosissimo, che si dice tolta da quella venerala in San Simeone Profeta ; 2.a alcune ossa del martire san Trifone; 3.a e parte minima di quelle del Titolare. Nobilissimi paramenti ed alcuni vasi sacri preziosi conta eziandio questo tempio, fra i quali ne piace annoverare due pianete riccamente trapunte, l’una dono del fu parroco Bartolommeo Forlico, l’altra del pontefice Clemente XIII di casa Rezzonico, nato e battezzato in questa parrocchia, il di 30 marzo 1G93 ; una pisside ed un ostensorio d’ argento in parte dorato, e fornito nel contorno, che chiude l’ostia santissima, di diamanti disposti a ghirlanda; anche questi dono del prefato pontefice. — 11 quale pontefice, a decorar maggiormente la parrocchia e la chiesa, in cui nacque e fu lavato nelle acque di salute, concesse a pievani, in perpetuo, il titolo di Notari apostolici, aggiunto il privilegio di vestir abito prelatizio nelle solennità della loro chiesa, per cui derivò ad essi anche il titolo di Monsignori. — Fra i quali piovani antichi si annovera Antonio Zio, che, nel 1474, fu innalzato alla sede vescovile di Retiimo in Candia, morto nel 1515. XXIX. Anno 1534. Chiesa ni san Francesco della vicna, par-rocchia e cenobio di frati Minori. fS. di Cast.) Marco Ziani conte di Arbè, figlio di Pietro doge, divoto del serafico Santo e al di lui istituto propenso, non solamente beneficava il cenobio in Santa Maria dc’Frari, ma eziandio volea esser nella tomba de’frati stessi