<ì* 459 *i=- gusto. Alla quale si giunge varcato un altro portone ivi posto a guisa d’ arco trionfale, aneli’ esso manierato. Ila il palazzo un orto spazioso, coltivato in parte a verziere, una volta ad uso di-cavallerizza, mantenuta qui regalmente da’ proprietari. Due camini di marmi orientali, alcuni ritratti di famiglia operati dal Tinelli, dal Tinloretlo e dal Longhi, ed altri minori oggetti d’ arti e curiosità, sono gli ornamenti clic decorano adesso questa signorile magione. LXXXII. P alazzo civran, ora mengotto (San Gio. Crisostomo, sul canal grande). Era in origine d’ architettura gotico-moresca, rimanendone traccie in un cortile e in alcuni ornamenti. La moderna facciata, perchè somiglia allo stile del palazzo Grassi, e del terzo ordine, non che dell’atrio del palazzo Rezzonico, si attribuisce al Massari. E semplice l’architettura, ma spiace la porla d’approdo conveniente a più vasto edilizio. Dalla parte di terra angusto adito conduce a spazioso atrio ; son belle le scale, come pure il pavimento de’pianeroltoli e l’arcala d’ingresso alla sala, un tempo vastissima, ora trinciata in più stanze, due delle quali recano due pregiati soffitti. LXXXIII. Palazzo barozzi, poi emo, ora treves (San Mois'e, sul canal grande). Se non è dello stile del Massari, certo clic si approssima questo lato palazzo, che non vediamo in esso certamente lo stile del Manopola, come altri accennavano, sì di uno più nell’ arte licenzioso. I barocchi modiglioni sopposti alle finestre ; le proporzioni delle finestre stesse, meschine; il tritune, ciò si disvelano. Divenuto proprietario il cav. Jacopo Treves nel 1827, intese egli, con queU'amore che lo distingue, a ripararlo da’ guasti c a decorarlo con ogni magnificenza nel suo interno. Laonde e sale e stanze ornava con affreschi e con opere classiche di pennello, delle quali faremo memoria in altro luogo di questa opera. LXXXIV. Palazzo moro-lin, ora in parte lipparini (San Samuele, sul canal grande). S’innalza questo palagio in quattro ordini, rustico, dorico, ionico, corintio, con gentili colonnette e bei fregi, con poggiuoli di marmo che abbracciano tutto intero il prospetto e con vago risallo di proporzioni e di ornati. Ne fu architetto Seba-