-=3* 108 *5> disegni di Vincenzo Scamozzi, che tracciò pure il soffitto del medesimo sacro luogo. Ma se la copia de’ monumenti e delle sculture di ogni genere fan risguardare questa ampia magione di Dio siccome un Panteon sacro alle memorie de’ veneti più illustri, ed il filosofo trova qui pascolo a’ suoi pensieri, considerando, che la gloria all’ uomo deriva dal Nume, e che, dopo morte, l’uomo stesso e la sua gloria si ricovrano sotto all’ ombra del Santuario ; le belle pitture poi, che qui pure ad ogni passo ritrovatisi, attestano, che la religione dei padri nostri era prima fra le virtù del loro animo, e che grande eccitamento fu essa alle venete arti per salire a quella fama, che non potrà esserle tolta, nè per malignità, nè per volger di secoli. Quarantasei pittori vissuti in varie età, ed appartenenti a varie scuole, <|iii lasciarono le più stupende prove del loro ingegno. — In-comincieremo dall’ additare quelle della scuola nostra, siccome le maggiori. — Sei artisti dell’ epoca prima hanno qui tavole celebratissime, che servono ad illustrazion della storia pittorica. 11 primo è il vecchio Luigi Viva rini, il quale dipinse, nella sagristia, quel Cristo avviantcsi al Calvario, del quale a lungo fu trattato nella Pinacoteca Accademica, ove da noi si provò, contro il parere di molti, essere indubbiamente lavoro di lui. — L’ altro Vivarini Bartolom-meo colori, e il Santo Agostino sedente, ed il martire Lorenzo, ed il patriarca Domenico, e diede vita con ben operale figure all’ ampio lìnestrone locato nel fianco sinistro del tempio. — Segue Vittore Carpaccio, che 1’ ancona condusse a molti comparti, decorante 1’ altare di san Vincenzo, e il ben disegnato quadro sprimente la coronazion di Maria. — 11 Mansueti ed il Catena lasciarono, quello il San Marco, che risana dalla puntura della lesina santo Aniano ; e questo il San Francesco d’Assisi, ed altri due santi vescovi, tavola nella quale scrisse degnamente il suo nome, perchè stupenda per quplla età. — Finalmente, Giovanni Bellini condusse, nel primo altare alla destra di chi entra, il più bel saggio di suo giovanile valore, dipinto a tempera poco dopo il 1464, ove rappresentasi, sotto lo sfondato d’ una vòlta, Nostra Donna seduta in trono col