<3* 85 ♦£> all opera delle Fabbriche ; opera che si potrà consultare eziandio da chi amasse avere un’ idea della meccanica esecuzione di essa tavola. Per sola curiosità notiamo il numero delle gemme che conteneva la descritta aurea tavola, a tempi del Meschinello, la più parte delle quali rimangono ancora, però confuse con quelle che vennero rimesse. Scrive quindi il Meachincllo prefato che eranvi i3oo perle ; 400 granate; 90 ametiste; 3oo zaffiri; 3oo smeraldi; i5 baiassi ; 4 topazi! e due cammei, E questi ultimi preziosissimi ancor rimangono, incastonati in oro, a’lati del secondo quadro esistente nel primo ordine. custoditi nel tesoro. Due candelabri d’ argento dorato, preziosi pel lavoro d intaglio, a nicchie, a guglie, a statuette, a trasfori, e che meriterebbero essi soli una illustrazione. Furono donati dal doge Cristoforo Moro, e pesano oncie 720. Croce d’argento dorato, con parte centrale di cristallo di monte, e due crocifissi uno per parte, ornata di pietre preziose, lavoro del secolo XV. Porta la seguente iscrizione: Jacobi Patavini Filippi Filli opus (sic) anno MCCCCLXXX111. La croce s’eleva sur una base d’ argento dorato, di lavoro alquanto posteriore. Due candelabri di cristallo di rocca formali di nove pezzi per ciascheduno, lavorati a goccia, ed infilzati in una spranga di ferro, con base triangolare d’ argento niellalo «• smaltato. Due candelabri formati da due grossi pezzi di cristallo di rocca per ciascheduno, con ornamenti d’ argento cesellato. Tavoletta, o quadro d’argento cesellato a vari ornamenti nel contorno, con un basso-rilievo nel mezzo tutto sporgente, che figura 1’ Eterno Padre, e negli angoli i simboli degli Evangelisti. Altra tavoletta coperta d’argento doralo, con sovrapposte lamine d’oro smallato, ove nel mezzo è San Michele, tenente una spada nella destra, e un globo nella sinistra. Il capo è sormontato da un’ agata, il vestimento del corpo, d’oro smaltato, le braccia c 1< gambe, d’argento doralo. Nel contorno sono dieci compartimenti smaltati di bel lavoro. I quattro maggiori ovali rappresentano otto santi guerrieri con asta e scudo, con iscrizioni in greco di sudato lavoro. Tutto il fondo e gli altri compartimenti sono in oro smaltato, con massima finezza ed eleganza, ed arricchiti con pietre preziose. Sembra chi-questa tavoletta sia avanzata fra quelle disposte nella tavola d’oro in alto descritta. Altra tavoletta foderata da ambe le parti di lamina d’argento cesellalo. Nel mezzo sono riportate sul fondo le figure di Cristo, della Vergine, di S. Giovanni e di due angeli, e due teste a guisa di medaglie sporgenti in lamina d’oro. Opera di merito singolare, sebbene condotta nei tempi inferiori. Un angelo della tavola è dipinto. Altra tavoletta quasi tutta dipinta nel fondo, avente il contorno di lamina d’argento dorato, con lavori di filigrane e piccoli musaici, smalti e pietrine. 11 centro è intatto, e presenta un circolo di lapis lazzuli, con un Cristo in croce, la Vergine, S. Giovanni in lamina d’ oro cesellato. Altra tavoletta di egregio lavoro, da ogni lato ricoperta di lamine d argento Cesellato a compassi eleganti di filigrane, interrotta da sedici medaglioni in musaico, e smalti, che rappresentano busti di vari santi. È ornata di pietre diverse. La parte centrale rappresenta San Michele in lamina d’oro cesellata con filigrane d oro finissimo, smalti, perle e pietre preziose ; lavoro fra i più ricchi che siasi eseguito a Costantinopoli. Anche questa tavola è dell’ epoca stessa dell’ aurea tavola. Squadrone donato da papa Alessandro Vili ; lavoro del 1689. sopraccarico <1 orna-