<* 292 quale ebbero i Greci ed i Veneti particolar devozione e ricordanza, ed amarono far ripeterò da’pittori le ancone che nella città di Costantinopoli salirono in faina di prodigiose ; come la Odegetria, ricordata da Teodoro Lettore appo Niceforo Callisto, e quell’altra detta dal Gregora Nicopea, e poscia qui tradotta, colle altre preziosità, al tempo del Dandolo, e che tuttora si venera nella Marciana basilica. E di quest’ultima appunto non se ne fecero forse in ogni tempo, e tuttavia non se ne ripetono innumerevoli copie? E chi direbbe per questo che ancora qui si dipinge con greco stile? Dal fin qui detto speriamo aver provato come la patria nostra sia stata, se non la prima, almeno tra le prime città che sollevarono le arti italiane smarrite. — Che se il Lanzi asserisce non avere i greci operatori, in Torcello e in S. Marco, fatto progredire di niun passo 1’ arte, già ridotta a meccanismo ; al contrario molte ragioni addur polrebbersi, fra le quali una è lo avere essi stessi migliorato le opere loro mano a mano che procedevano nel lavoro delle medesime, come Io compruovano le copiose istorie figurate in que’ due templi; le quali mostrano ancora non essere stati quegli artisti d’ingegno sì scarso, secondo il Lanzi, da non saper effigiare qualunque fatto fosse loro proposto. E per verità, chi osserva con occhio solerte e indagatore le molte lor opere, truova un lavoro di progresso ; e dal musaico localo sulla porla maggiore nell’ interno di S. Marco, creduto di greco lavoro dallo Zanetti, a quelli dell’atrio, delle cupole, vòlte, pareti.interne ed esterne del tempio stesso, condotti dipoi, vedesi più scioltezza di modi, più regolarità nei contorni, più vivezza di mosse, più studio di pieghe ; e, sebbene lo Zanetti stesso dica che furono tutti fatti, quasi sempre sullo stile medesimo semplicissimo e secco, questo modo di dire però da esso usato, mostra che allo studioso e acuto intelletto di lui non era sfuggito, che in taluno di que’ lavori scorgevasi una diversità in meglio, contro la ripetuta sentenza del Lanzi. — La Vergine, infatti, che assiste all’agonizzante suo Figlio, espressa nel primo indicato musaico, dura, secca e di forme triviali, distà molto dall’ altra nell’ atteggiamento medesimo posta nella cappella del Batlisterio. Così le figure introdotte