■O 49 +£>■ Guido, Grandi, Giacomo Marinoni, Bernardino Zendrini per la regolazione del Po nel 1729. Elenco dei nunzi apostolici, dal 14^3 al 1760. Storia della repubblica di Venezia di Ascanio Molin, dal 1761 al 1797, 12 maggio. E importante assai. Carteggio di Canova con Angelo I Giustinian Recanati. Lettera del nob. Antonio Diedo all’intendente Costabili, perchè non sia demolita la chiesa di san Geminiano. 11 Diedo, uomo carissimo a Venezia per le sue virtù morali, religiose, cittadine, stimato dai dotti per le cognizioni distinte nelle Arti Belle, morì nel giorno primo di quest’anno. E bastevole 10 spirito di questa lettera per dire quanto 11 Diedo fosse amante del buon gusto e delle patrie cose (1). archivi 0 DEL NOB. CO. FRA.NC. MOROSINI DEL FU CO. DOMENICO. Non entrasi nei magnifici palazzi dei nostri buoni patrizi, senza incontrare oggetti dell’antica grandezza, che dolcemente feriscano o la mente, od il cuore. Anche nella casa Morosini si affacciano cose che destano piacere e meraviglia. Chi vede quella gran vasca di marmo a piè piano del palazzo, o nel terzo piano quella elegante cassetta intarsiata, che entro chiude un orologio da stanza, o quei cinque tavolini intarsiati in avorio, ornati di fregi e di figure in uno dei quali venne rappresentata la pugna fra i Castellani ed i Nicolotti, col ponte di San Barnaba, dirà, se ha spirito e gusto, che diciamo la verità. Che se per avventura cose maggiori si desiderassero, eccoci dodici quadri innanzi ai quali non è possibile passar oltre, senza arrestare l’attenzione dello spettatore. Sono lavori di Bonifazio, di Paris Bordone, di Pordenone, di Rocco Marconi, di Palma vecchio, del Fiammingo, di Leandro Bassano, e di altri. Che poi diremo dell’ unico Correggio? Evvi una Madonna col Bambino. I professori dell’arte, col Cicognara,lo giudicarono di Correggio, sua opera la reputano gli intelligenti di Arti Belle, il padre Pun-gileoni nella vita del pittore notolla come sua, ed i documenti che si trovano in questa casa confermano il fatto. Anzi sta scritto, che fu dono del principe Eugenio di Savoja fatto a questa casa. Non essendo nostro divisamento illustrare sì parca, ma distinta raccolta, solamente aggiungeremo che dessa era con ragione la delizia del fu co. Domenico ; franca e leale persona, nemica dell’impostura e dei ciarlatani, e tanto amica del bello e della verità, quanto era amico di Venezia di cui fu podestà, e del suo dolce dialetto, in cui (1) A vieppiù provare l’amore alla patria, le profonde cognizioni nelle arti belle, il candido cuore, le virtù tutte quante del Diedo, vale la copiosissima corrispondenza da lui tenuta coi primi lumi dell’Italia; posseduta ora dal nostro collaboratore sig. Francesco Zanotto ; il quale si propone di scieglierla e di pubblicarla-, giacche era costume dell’illustre defunto di tenere minuta di ogni suo VOL. II. scritto. Quindi vi son lettere di oltre cinquanta Prelati, d’Ippolito Pindemonte, di Cesare Arici, di A. Canova, di L. Cicognara, di F. Negri, di B. Gamba; di 60 e più professori di Accademie ; di G. Renier Michieli, le quali ultime si volgono intorno alle di lei feste Veneziane ; oltre che a quelle di moltissimi artisti ; talché sommano in tutte a circa 3o,ooo. S