58 ARCHIVIO DEL NOB. CONTE GIAMBATTISTA VENIER. È noto il codice cartaceo in foglio del secolo XV, che ha per titolo : La cronaca Venier. Trattasi in questa di notizie spettanti ai dogi, ai procuratori di san Marco, alle nobili famiglie venete. Una replica della medesima abbiamo veduto nell1 archivio dei conti Dona dalle Rose. Il manoscritto venne citato dallo Zeno e dal Foscarini. Ma quantunque sia questo il codice più pregievole posseduto dal conte Venier, tuttavia altre scritture che si riferiscono alla storia ed alla politica veneziana egli può annoverare nella sua biblioteca. Noi non vogliamo contare (per non ripetere notizie in altri archivi indicate) nè gli alberi genealogici o stemmi coloriti delle famiglie nobili veneziane, nè il catalogo delle epoche delle aggregazioni alla nobiltà, nè l1 esame della repubblica del suo governo, nè delle sue forze, nè le relazioni di ambasciatori, baili, capitani, generali, ecc. Noteremo il mss. dello stato delle acque di Romagna, Ferrara, Bologna, la Storia veneta di Andrea Morosini in volumi 18, legati in 6 tomi, le massime di commercio di Pier Giovanni Cappello, la Storia veneta del doge Nicolò Contarini, e l1 altra di Giovanni Jacopo Caroldo, segretario dei X, e gli Annali della guerra di Cipro di Fedel Fedeli, scritta nel secolo XVI. E vero che abbiamo altrove queste opere nominate, ma sembraci che queste copie pella accura- tezza con cui sono scritte si debbano alle altre preferire. A questo archivio nel 1844 si aggiunsero molti altri documenti del secolo decorso, donati dal conte Antonio Loredan al nob. conte Venier, ed appartenenti al veneto governo. Fra questi gli scritti più importanti consideriamo quelli nei quali si tratta delle cariche sostenute dal 1692 al i744 dal cav. Antonio Loredano. Essendo egli stato provveditore straordinario a Peschiera, a S. Maura, e provveditore straordinario generale delle armi in Morea, inquisitore generale nell1 isola di Levante, inquisitor e provveditor generale in terraferma, ed in fine provveditor generale da mar, così i documenti che lo riguardano, abbracciano i registri delle lettere officiali che riceveva dalla repubblica o a lei addriz-zava. Vi sono le analoghe commissioni del senato, fra le quali cinque non sue, ma dirette a Marco Loredano, provveditor generale sopra le armi in Morea, dal 1709 al 1711, ed una ad Andrea Pisani, capii ano generale, dei 10 decembre 1716. Evvi una orazione in laude del cav. Loredano, mentre era per partire dalle isole del Levante, fatta a nome della comunità di Corfù, e varie composizioni poetiche di Lorenzo e Michiel Landò nella sua elezione a provveditore generale da mar.