198 •*=■ da Verona ed altri, secondo nota il Sansovino ed il Sajanello, condussero il rimanente de’quadri della sagrestia stessa, meno il gasligo de’Serpenti ed il Giona clic esce dal ceto immane, lavori del Tinto-rello. Le altre tavole e dipinti della chiesa sono opere di Andrea Schiavone, di Jacopo Palma juniore, di Federico Bencovich, di Andrea Vicentino e di Matteo Inyali. Del primo è la tavola con Cristo avviantesi in Einaus con due discepoli, lodata dal Vasari, ora però quasi perduta, come quasi perduta è la tavoletta, voluta del pittore medesimo, con Cristo portante la croce. Del secondo è 1’ altra tavola con la Vergine in gloria e i santi Girolamo e Carlo Borromeo al piano ; del terzo, la tavola col beato Pietro da Pisa ; del quarto sono alcuni quadri nella cappella de’santi Gironimo e Carlo, con fatti appunto della vita di que’ divi ; e dell'ultimo, sei dipinti con azioni di sant’ Anna e della Vergine sua figlia, opere però assai languide e deperite. Ln mosaico, serviente di tavola dell’altare del vicin oratorio dal lato sinistro entrando, mostra la caduta di san Paolo, ed è bel-1’ opera di Arminio Zuccato, che vi lasciò il nome. Fra le insigni reliquie che qui si veneravano, sono da annoverarsi un osso del Titolare qui lasciato da Marino Sanudo, celebre scrittore delle Vite de’dogi e de’Diari mss.; un osso di san Procolo diacono e martire; 1111 altro di santa Caterina vergine e martire, e vari ancora, forse, come ben nota il Cicogna, adesso conservali sopra uno degli altari, ov’è scritto Reuquiae sanctorum ; che non fu possibile a noi poter certificarci di ciò per la ignoranza ed inettitudine de’ servienti di questa chiesa. XXII. Anno 150G. Chiesa di san fantino, una volta pari-occhiale, ora succursale di Santa Maria del Giglio. (S. di S. M.J Rapporta il Cornaro essersi eretta anticamente questa chiesa per opera delle famiglie Barozzi, Aldieina ed Equilia, non sapendosi però il tempo preciso in cui fu fondata. La famiglia Pisani in seguito la venne rifabbricando di nuovo; collocandovi in essa una imagine della Vergine recala da Oriente, la quale, resasi illustre per prodigi e per grazie concesse a’devoti,