-=$» 20 <*>■ costruzione ; e che il doge Pietro Orseolo I fu il primo a decorarla di marmi, dimodoché può essere chiamato il terzo fondatore. Il santo doge volle pur egli consacrate a questo edificio le proprie ricchezze (1) ; ordinò che la pianta ne fosse più ampia e più magnifica, chiamò architetti da Costantinopoli e da lulla Italia, e fu allora che avvenne la miracolosa invenzione del corpo di san Marco (2), quantunque non manchino alcuni che neghino il fatto ; dicendo salvate pria dell’ incendio le preziose reliquie, e qui riposte dopo la riedificazione del tempio. Il santo Pietro Orseolo non vide la fine dell’ edificio, perché occultamente passò monaco in Aquitania, né lo videro i suoi successori che molto tardi. Sappiamo che l’anno 10^5, sotto il dogato di Domenico Contarmi, la chiesa cominciò ad essere ridotta nella guisa che di presente si vede (3), e ciò deve intendersi di puro rislauro non di mutazione di modello, dicendo anzi lo Stringa, che in tal anno si era perfezionato per quello appartiene a sole pietre colle e mattoni. Ma il vero lustro della stupenda basilica incomincia dall’ anno 1071, nel quale il doge Domenico Selvo pose mano a farla incrostare di marmi preziosi e di ammirabili musaici, talché questo principe merita d’ esser chiamato quarto ed ultimo fondatore, e 1’ anno 1071 può venire assegnato a compimento della fabbrica (il). La cronaca citata dal Cicognara, dice, che : « Domenego Selvo doxe » XXXI comenzò a far lavorar de mosaico la Gesia de San Marco » e mandò in diverse parte per trovar malmori, e altre honorevol » piere e mistri, per far cossi grand’ ovra e maravigliosa, in colona » de piera, che in prima giera de pare, zoé de legname, come » apar ancuò in di. » ( Cronaca questa che in qualche modo contraddirebbe alla prima pur riportata da Cicognara, come vedemmo. ) La facilità di aver tante pietre preziose venne dalla estesa (1) Dandolo, Giust. ed all ri. (2) Stringa, Aggiunta al Sans. e Vita di s. Marco (3) Dandolo. (4) Cicognara. St. della scultura, loco cit. 4