-=2» 594 zioni storiche, locate fra le finestre della parte demolita ; ed il secondo, che distrutte rimasero due figure del Giorgione, le più conservate tra le superstiti. XIX. Ateneo, già scuola di San Girolamo. Nel luogo dove ora raccogliesi l’Ateneo Veneziano, raunavasi prima la confraternita di Santa Maria di Giustizia; la quale, fin dal 1401, per concessione dei X, accompagnava, vestila a bruno, i condannali alla pena capitale, e, dopo la esecuzione della sentenza, ne conduceva i cadaveri alla sepoltura. Questa confraternita, al principio del secolo XVII, riedificava il luogo di suo convegno, e chiamava Alessandro Vittoria a darne il disegno. Il prospetto, ch e tulio lavoralo in marmo d’Istria, e diviso in due ordini, ionico il primo, l’altro corintio, ambi condotti con maestà, semplicità e belle forine. Non così si può dire degli ornamenti che contornano le finestre, pieni di triture, sfigurati e scorretti, e tanto, da far vedere apertamente come l’architettura scendesse in basso nel secolo in cui veniva eretta la fabbrica. Entrando, è il primo luogo ornato con opere di Leonardo Corona, di lìaldassare d’Anna e di Jacopo Palma, e reca nel vano, ove una volta erigevasi il magnifico altare trasportalo poi nel tempio dei Santi Gio. e Paolo, i busti di Sartorio Sartorio, di Apollonio e di Nicolò Massa, questi due scolpiti dal Vittoria, e il monumento di Raimondo Forti. Nel gabinetto a pian terreno sonvi opere di Antonio Zanchi e di Francesco Fontebasso, e salite le scale, altre due sale si veggono. Nella prima, la minore, ove l’Ateneo si raccoglie nelle adunanze ordinarie, sonvi opere di Antonio Zanchi e di Alvise dal Friso; e nella maggiore, che serve alle solenni adunanze, tolte le antiche pitture che la decoravano, si dispose la libreria e due monumenti, l’uno alla memoria del chirurgo Pajola, morto l’anno 1816, scolpilo dal prof. Zandomencghi, e l’altro ad onore di Francesco Aglietti, lavorato da Luigi Ferrari con somma scienza ed amore. Vedesi altresì in bronzo il buslo del celebre filologo Tommaso Rangone da Ravenna, qui trasportato dal suo monumento. XX. T eatri. Fin dal tempo del Martignoni si eressero teatri in Venezia, mentre egli ne nomina quattro di recente costruzione, cioè,