<$» i 46 «3>- nel 1557 per opera del Sanmicheli, come crede taluno. Il busto del defunto era scolpito da Alessandro Vittoria, ma fu tolto dai parenti, quando, nel 1704, si trasferì il monumento da un luogo all’ altro. Grandioso e di maschie forme, meritò di venir compreso nell’ accennala opera nostra; 6." quello formato da due colonne rette da un basamento, in mezzo alle quali giace l’urna custode delle ceneri di Francesco Giorgio, o Zorsi, illus. senatore, passato alla seconda vita nel 1588, il di cui busto è sopra la detta urna disposto; e in fine il 7 ° di pari architettura e gusto, eretto a Grazioso Grazioli, giureconsulto di Ancona, defunto nel medesimo anno 1588. Due altri monumenti e un magnifico sigillo sepolcrale spettano al seguente secolo decimosctlimo. I due primi serrano, l’uno i resli del medico Pietro Porta, col busto suo, e l’iscrizione che ricorda le virtù e Tanno del suo passaggio, 1614; e l’altro quelli di Domenico Contarmi, la cui statua equestre sormonta il monumento ricco per copia di marmi e di ornamenti. Il busto del nipote suo Angelo è al lato destro, c due iscrizioni ricordano del primo le virtù militari, e del secondo la politica sapienza, c l’anno in cui fu eretto, 1650. — Il sigillo sepolcrale poi collocato nel mezzo non lungi dalla porta principale d’ingresso, copre le ossa dell’ inclito duce Francesco Morosini detto il Peloponnesiaco, sigillo lavorato da Filippo Parodi, il quale spese nel condurlo più anni, sendo intarsiato di trofei ed ornamenti di bronzo. — Iscrizioni varie, sparse qui e qua per le pareti, rammentano altri illustri qui in pace giacenti ; alcuni de’ quali hanno statua e busto. Tali sono, ad esempio, Barto-lommeo d’Alviano, generale della repubblica, morto nel 1515 dopò aver passato 1’ Adda nella battaglia di Marignano, la di cui statua sta sulla porta presso la cappella del baltisterio : Lazzaro Ferri, giureconsulto defunto nel 1692, il cui busto mal fu attribuito al Vittoria, morto assai prima, e in fine Jacopo dal Verme, che lasciò la vita guerreggiando per la repubblica contro il Turco nel 1408, secondo s’ impara dalla iscrizione in versi elegiaci. Molte sculture ancora, la maggior parte pregievolissime, s’incontrano, prime delle quali le una volta appartenenti al coro che