-«s» 286 per grazia otteneva, che la benedetta reliquia fosse portata al letto nel quale egli giaceva. Chiese perdono a Dio del proprio fallo ; ma non pertanto moriva poco poi in mezzo a’ più atroci tormenti per opera di un cancro feroce. Presso a questa chiesa innalzavasi la fabbrica magnifica della confraternita, appellata dal santo medesimo della chiesa descritta. Questa era la quarta fra le sei scuole maggiori, ed ebbe incomin-ciamcnto nel 1261 in Santo Apollinare, poi qui trasportata nel 1307 coll’assenso dei Badoari. Il fabbricato ancora superstite toccò il suo compimento nel 1453, come rilevasi per le iscrizioni affisse alle mura. Aveva di rendita 18,000 ducati, che impiegava in pie opere e nel decorare questo luogo di suo convegno. La magnifica porta, o meglio arco, che mette dalla pubblica via all’interno cortile su cui s’ergono c la chiesa descritta e la confraternita, è lavoro di Pietro Lombardo, secondo ne giudica il Diedo, e porta la data del 1481. LVII. Anno--. Scuola di san pasquale, appo San Francesco della Vigna. fS. di Cast.) Al fianco sinistro della chiesa di San Francesco della Vigna sorge questa fabbrica eretta circa la metà del secolo XVII ad uso di confraternita, instiluita a prò dei morti, sotto la intitolazione di san Pasquale. La fabbrica è lodevole, sia per la disposizione interna che per l’armonia generale d’ogni sua parte. Forse architettata venne da Carlo Lodo/i, minore osservante, il quale disegnò pure il vicino convento de’ frati dell' ordine suo, ora ridotto a caserma militare. LVIII. Anno 1659. Chiesa di santa maria della misericordia, detta 1’ Abazia, juspatronato della famiglia Moro. ( S. di Cann.J In un luogo chiamato Vai-Verde per esser coperto appunto il terreno di verdi zolle, fondata venne questa chiesa sotto il titolo di S. M. della Misericordia, da un colai Cesare de’ Giulj detto An-dreardi, secondo narra il Sansovino, o veramente, come vogliono altri cronisti, dalle famiglie de’ Giulj e Moro insieme congiunte. Consegnata questa chiesa ed il cenobio che ivi vicino s’ eresse ad alcuni monaci, coll’ andare degli anni in prossimità vi si fabbricò