<3* 71 *> tenevano una volta qui dentro. I due ripostigli collocati sotto i due organi servivano a tale eftetto, nè vi ha maraviglia se in quelli vi fossero le più pretiote, quando aulicamente sotto uno di quei vólti si adorava il santissimo Sacramento, prima della costruzione del suo altare: al tempo dello Stringa, e molto anco dappoi, nella sagristia su|»e-riore eranvi una Spina e la Croce che si adora il venerdì santo, la colonna della tlagella-zione, il dito e il libro degli evangeli di s. Marco, e molte altre reliquie. Più, di quando in quando se ue scoprirono di occultate, come il chiodo della crocifissione e la croce di Patrizio tetrarca nell' anno Nell* anno 1617, tutte quelle che rapporta monsignor Tiepolo nel suo Trattato. Laonde da tali circostanze e variazioni di tempi resta corroborato essersi incenerita qualunque cosa si trovava nel vecchio tesoro, fuorché, per prodigio, le tre riferite reliquie. — La immagine poi da cui scaturì il miracoloso Sangue che qui si conserva, venne recata verso il duodecimo secolo nel villaggio di l'mana pressi» Ancona, ove tuttora si venera. Reliquia della santissima Croce, alla un piede e larga per traverso nor'oncie circa, con la seguente greca iscrizione, dalla quale vieusi a sapere come la imperatrice Irene, vedova di Alessio Comncno, ritiratasi entro un inonistero, perchè maltrattata dal suo figliuolo Giovanni, venuta a morte, donolla alla chiesa di Costantinopoli, da essa regalata altre volte di parecchie preziosità. Nella parte superiore: Kai roùro yotw voi nravu^àrvf 'HJm 'ttffonyyitrctr aoTCtìf aiiou nróXaa To' $hov ài'ct$»(Àa to fai«« fc/Xov Ev af to' wiùfjia TfcV iyovn nratfbcu Kai iròvuv /Xwjfac ove Nel braccio destro : Of< rotf nróvoi< iXuritf où< xarixfiJnf Kor/ xorfTipriy {nr*?a< tifiàf ¿r nróvoti Taùrlw Utttiut óti*& xfifootra rIw ITitfJltfa MiXlfJi $¿9* iyovva^ oó( ¿idoxro coi Y,ò à’ avriMm àf fiaxatioit Kai xa^ovljj àXtixrov ùf oivvouivoti