■ citalo ; dal che si vede essere stata di ragione di lei, e tenuta nel monastero in fino a che si eresse il magnifico altare, che fu poi nella soppressione porlato altrove. La interna facciala del prospetto è rivestita da tre monumenti, clic insieme ne costituiscono uno solo, c sono creili a ricordare i nomi, le immagini e le gesta di Paolo, Andrea e Marco Paruta; il primo insigne scrittore della Istoria veneziana; monumenti da noi pubblicati nella Collezione più volle citala. Una sola opera di pittura notiamo, ed è la tavola di Giovanni Buonconsigli figurante il Redentore c i santi Girolamo e Secondo; qui venula dall’isola di San Secondo, quando si tornò a riaprire al cullo divino questa chiesa, mentre le altre tavole e le sculture clic dapprima la decoravano furono altrove recate. XLVI. Anno 1609. Chiesa di santa llcia, una volta ■parrocchia appartenente a monache Agostiniane, ora oratorio. fS. ili Cairn.) Non sappiamo su qual fondamento il Cornaro asserisca essere rimasto ignoto prima del 1280 il nome di questa chiesa parrocchiale appo i cronologi e gli scrittori che raccolsero le antiche venete memorie. — Il Sansovino la dice fabbricala l’anno 1192, od essere siala allre volte noia sotto il titolo dell’Annunziala. Poi 1’ antica pianta pubblicata dal Temanza, credula da lui, anzi provata, opera compiuta circa la metà del XII secolo, segna questa chiesa col nome di Santa Lucia. Dunque non è vero quanto dice il Cornaro. — Ad ogni modo, alloraquando trasferivasi in questa chiesa nel 1280 dall'isola di San Giorgio Maggiore, non senza alcun prodigio, il sacro corpo della martire Lucia, divenne questa sanla Titolare della chiesa di cui trattiamo. Come poi si erigesse appresso la chiesa un cenobio di monache Agostiniane; quali questioni avessero col vicino ccno-bio pur di monache del Corpus Domini, si potrà consultar da chi voglia il prefato Cornaro che a lungo ne scrisse. Le (piali monache rimaste soppresse nel 1810, divenne oratorio la chiesa, appunto e per la devozione verso la martire Lucia, e per la celebrità della fabbrica del tempio stesso. L’ ultima opera c questa che Palladio disegni» (pii in Venezia, vol. n, p. u. 34