270 quell'epoca in cui l’entusiasmo dei viaggi e delle scoperte accendeva le menti in tutta l’Europa. Il primo che volgesse seriamente i suoi studi a quest’ opera fu Giambattista Ramusio, a cui dobbiamo la più scella e copiosa raccolta di viaggi e di navigazioni che si pubblicasse nel secolo XVI; il testo di Marco Polo, ch’egli procurò collazionando i più antichi codici che potè rinvenire, sfuggì quasi per prodigio alle fiamme che divamparono nel 1557 nella officina dei Giunta. Ma quel testo, quantunque correttissimo, è troppo alterato e troppo si discosta dal detiato originale di Rusliciano, sia che il Ramusio si giovasse di codici interpolati, sia che lo interpolasse egli medesimo. Ad ogni modo, la sua fatica ha spianata la strada agli editori e commentatori che a lui successero. Scolastico lavoro, ma degno di lode, furono le illustrazioni che pubblicò sul libro di Marco Polo, in lingua latina, Andrea Mùller, nel 1671 a Berlino. Frullo d’immense ricerche, non coronate da proporzionato successo, la Dissertazione edita su questo argomento dal card. Placido Zurla, nel 1818. L’opera dello Zurla avrebbe forse avuto più propizi destini, se non compariva nell’ anno stesso a Londra la traduzione inglese dei Viaggi del Polo, stesa da Guglielmo Marsden. I commenti di cui la corredò quel dottissimo orientalista fecero dimenticare le fatiche di quanti lo avevano preceduto. L’edizione di Marsden è ancora il più bel monumento che mai si erigesse alla gloria del nostro concittadino. Molto giovò quest’ opera al conte Baldelli Boni, che, nel 1827, ristampando a Firenze il testo di Ramusio illustrato di copiose note storiche, e pubblicando insieme 1’ ancora inedito compendio italiano conosciuto sotto il nome di Milione, rendeva distinto servigio, più che alla scienza geografica, alla italiana letteratura. Nel 1845, Augusto Bùrck pubblicava una traduzione tedesca del testo ramusiano, attingendo le molte annotazioni alle fonti migliori; e per questa edizione Carlo Federico Neumann, uno de’ più riputati filologi dell’Europa, traeva dai libri dell’Asia centrale ed orientale nuova maleria d’ illustrazione : così gii editori tedeschi, nella copia e