266 9. — Il cronista indigeno registrò un probabile incontro tra i sovrani franchi, Ludovico II e la consorte, e i duchi veneti, nell’ 856, a Brondolo nel monastero di S. Michele (1). In questa occasione sarebbe stato celebrato anche il battesimo della figlia dell’imperatore, della quale il vecchio duca veneziano era fatto padrino. La notizia non ha nulla di sospetto. Il soggiorno della coppia imperiale in territorio veneto può essere indice di cordialità di rapporti fra impero e ducato, dai quali esulano reconditi motivi, e non di graziosa visita di sovrano a fedeli sudditi. Il cronista par quasi voglia distogliere la mente del lettore da questa interpretazione, e s’afEretta a chiarire che l’incontro ebbe lo scopo di consolidare i vincoli di armonia e di pace esistenti fra i due stati, alludendo a un probabile rinnovo del patto lotariano. Nè allora, nè poi, questo fu confermato dall’imperatore Ludovico : fu invece confermato il diploma relativo alle proprietà veneziane in terra imperiale. Il cronista, in proposito, esagera alquanto il valore dell’atto e lo trasforma in un accordo bilaterale di amicizia e di pace (2). La consuetudine dei tempi e la fisionomia delle persone non lo consentono : il diploma 23 marzo 856 non defiettè dalla forma nè dallo spirito dei precedenti. Le sottigliezze giuridiche, sopra le quali non pare troppo indugiassero gli artefici della nuova vita, erano superate dal ritmo della realtà delle cose, che piegava clausole stereotipe a esigenze di situazioni diverse. Nel corso del tempo, trasformate nello spirito, non diminuivano di efficacia, anzi con discreta elasticità erano utilmente impiegate a vantaggio e a incremento di un volume di scambio ognora crescente. La linea, descritta tra laguna e terraferma dal patto carolino, il tradizionale termine pauliciano, limite di due mondi opposti, era varcato e pressoché obliato dallo sviluppo della vita quotidiana. Gli strumenti medesimi, che parevano segnare netto distacco, erano convertiti a reciproco beneficio. La metodica attività economica aveva fatto uscire il territorio lagunare dall’ isolamento politico, nel quale era relegato ; lo aveva (1) Iohan. Di ac., Chroniam cit., p. 116. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 116: ubi cum triduo simul comane-rent ad dilectionis seu pacis vinculum corroborandum. Cfr. Fakta, Die Verträge cit., p. 69.