7 2 veneziano suddetto, ed il peso di questi quattrini è di grani 112, e cosi in proporzione delle gazzette e dei soldi. Contemporaneamente, nel 1647, si trova che colà avea preso corso esclusivo la moneta Grimani, cosi chiamata dal nome di quel generale, che nell’ anno dopo vi perì di burrasca ; la quale da lui data fuori temporaneamente, e fino all’ arrivo dell’ atteso danaro, erasi falsificata ed accresciuta per modo, che, come dice il Nani, ne ammorbava quella provincia, sicché il governo vi provvide per farla cessare. E essa di puro rame, e mostra il solilo leone di faccia, collo stemma del doge Molin e sollo Q. 10, e nel rovescio lo slemma ed il nome di esso generale: jo. bapt. grim. gen. e G. 10 di sotto ; le quali cifre sotto notate a questa rozzissima moneta potrebbero anche indicare il valore ad essa attribuito di 10 quattrini o 40 soldi veneziani, o 120 soldini di Candia. Nel numero di queste monete temporanee, o piuttosto segni, o tessere, per 1’ armata, potrebbe per avventura notarsi uno zecchino di cuojo col nome di Francesco Cornaro doge di soli 20 giorni, nel 1656, simile affatto a quello d’oro di lui, ma di forma distinta e minore, con caratteri che, nella forma dell’ E così segnato H, vi grecizzano, ed il quale fino all’anno presente si possedette dai co. Pompei di Verona colla tradizione, che sia moneta battuta pei bisogni della guerra di Candia. 11 suo tempo vorrebbe assegnarsi in vicinanza alla vittoria dei Dardanelli dei 26 giugno di detto anno, e darebbe maggior probabilità il sapersi che in quegli anni ¡stessi fu a quella guerra e vi sostenne cariche distinte il generale d’ artiglieria co. Tommaso Pompei. Fu poco dopo, e forse in sostituzione alla moneta Grimani, che uscì 1’ altra di rame detta anche gazzettone, del peso circa di grani 80, col leone di faccia, fides pvblica intorno, e 1650 di sotto ; e dall’altro lato con san Marco in piedi, suo nome intorno e n." X di sotto ; ed in appresso nel 1658, si nota 1’ altro gazzettone egualmente col leone con ispada e n.° II, e colla parola nel mezzo candia, del peso circa di grani 156, ed il suo soldo affatto simile coll’unità nell’ esergo. A questo tempo ancora si allega il Mone del doge Pesaro,