<3* 167 “5>- Roselli di Firenze, secondo rapporta il Sansovino ; e nel secondo altare, egualmente diviso in tre comparii, le statue del Battista, dei ss. Francesco d’Assisi e Antonio di Padova, e due celesti con candelabri in mano, lodate scolture, sebbene di autore ignoto. Tre monumenti sepolcrali vennero qui ancora innalzati, (piai più qual meno di gusto depravato, c secondo il secolo in cui furon scolpiti. Il primo, magnifico, in vero, se si guardi alla sua mole colossale, alla copia delle sculture e degli ornamenti, alle due gravi e spiccale colonne clic lo reggono, all’ urna cd agli emblemi molli e operosi clic tiene, ma di stile dannalo. Erigevasi, nel 1651, alla memoria di Renalo de Voyer de Paulniy signor d’Argenson, il quale qui spedilo siccome ambasciatore straordinario da Luigi XIV di Francia, moriva pria di esporre alla repubblica il soggelto della sua ambascieria. Il figlio suo, di pari nome Renato, ordinava a Roma il disegno, e commetteva a Claudio Perrau di Parigi il mandarlo ad effetto. Il Martinioni occupa da oltre quattro pagine a descriverlo, riportando le lunghe iscrizioni sul medesimo incise, c magnificandolo senza architettonica sapienza. Il secondo è l’urna elegante clic chiude le ceneri del cardinale Marco Antonio da Mula, dolio nelle lingue greca e latina, facondo oratore, poeta celebralo, clic, dopo aver sostenute in patria con onore le cariche più cospicue, scudo ambasciatore appo il pontefice Pio VI, fu creato prima vescovo di Verona, poi cardinale, indi vescovo di Rieti, bibliotecario di sanla Chiesa e decano del sacro collegio, e in fine essendo morto in Roma li 13 marzo 1570, la salma sua fu qui recala e deposta. Il terzo, ricco di marmi, diviso in Ire intercolunnii, reca altrettanti busti dei Ire fratelli Nani: Paolo, cioè, procurator di San Marco, morto nel 1608; Agostino, pur procuratore e cavaliere, profondo politico, decesso nel 1627; ed Ermolao, che mollo adoprossi a ben della patria nella pesle del 1630, e clic morì poi nel 1633. — E giacché parliamo di sculture, accenneremo 1’ imaginc sculla in legno del beato lier-nardino, che sta nella sacrestia, condotta sul vivo modello per volere del doge Cristoforo Moro; intaglio prezioso, sia per la verità e diligenza, e sia perché contemporaneo al divo che mostra.