<3- 151 «O modo semi-gotico, avendo però avuto nel XVII secolo alcun ristau-ro nell’ interno, in cui è disposta ad una sola navata. Ha poche o nulle opere di scultura, c, tranne il ricco altare del Santo Titolare, nulla avvi in questo genere da rilevare, quantunque del simulacro sculto in legno del Santo vescovo medesimo siasi da D. Francesco Driuzzo dettata una memoria illustrativa. Alcune pitture però, fra le molle, annovera questo tempio di qualche pregio ; che quelle antiche rammentate dal Sansovino perirono. Due sole se ne salvarono per cura del lodato ab. Driuzzo, come egli stesso ci narra nella citala sua dissertazione, e sono due de’quadretti, ne’quali Marco Veghia, giusta il Sansovino, e non Paolo Ungarctto dello Piazza, come dice il Dosebini, dipinse i fatti della vita del Titolare, e noi li citammo niente per altro che per toglier 1’ errore in cui è incorso il Boschini, e dietro a lui il prefalo Driuzzo. Imperocché il Paolo Ungaretlo detto Piazza nominato dal Boschini, non mai esistè, sì Marco Vcgliia o Veglia, il quale con Pietro suo parente, fu scolare dei Vivarini ; come, parlando dell’ultimo, dice il Boschini stesso, quando cita una sua opera nel magistrato della Tana, da noi in altri tempi veduta, e come alla scuola antica gli assegnano lo Zanetti ed il Lanzi, il primo de’ quali, nominando questi dipinti a tempera, li dice coloriti dal Veglia nel 1508. — Togliere gli errori nella storia dell’arte fu sempre nostra cura, tanto più se gli errori si rinnovano anco in presente. — Si deve ancora al Driuzzo la conservazione del dipinto di Jacobcllo dal Fiore, con la imaginc del B. Pietro Gambacurla da Pisa, da lui avuta dal soppresso monastero di S. Girolamo, e qui posta; dipinto prezioso e per 1’ arte e per la religione, ed inciso nell’ opera del Cornaro, sulle venete chiese. — Le altre pitture sono tre quadri della scuola del Bonifazio, che servivano anticamente come porlelle del-1’ organo, e ne’ quali sono espressi i santi Luigi ed Agostino, e 1’Annunziazione della Vergine; una tela degli eredi di Paolo, dagli scrittori detta esprimere san Lodovico che riceve la dignità episcopale, e dal Driuzzo, con più ragione, voluta la rinunzia solenne, che Lodovico fece delle terrene grandezze per vestire le serafiche