509 cittadini gli antichi Iribuni, rettori dell’isola. Vedcsi inoltre parte del pubblico palagio, una torricella e una loggia a cui mette una gradinata ; monumenti tutti di curiosità, e su cui possono gli eruditi esercitare l’ingegno. Ma più che altro considerabili sono le due chiese. Quella del duoino, o di Santa Maria, eretta nel Ì008, ha forma bislunga, e due ordini di colonne di marmo greco, che ascendono a diciolto, la scompartiscono in tre navate. Vorrebbe una lunga descrizione la copia delle preziosità che si trovano in questo edifizio, delle quali non ricorderemo che il grandioso mosaico che tiene presso che intera l’interna facciala della porla maggiore, e si compone di parecchie allegorie tendenti ciascuna a dar compiuta la rappresentazione del giudizio finale. L’altra chiesa è il famoso tempio di Santa Fosca, di gusto greco romano, qual era appunto il gusto del nono secolo in cui venne fondala. E di forma ottangolare, e tale che il Sansovino non isdegnava di farsene modello, quando nel secolo decimosesto costruiva in Venezia la chiesa di S. Gemi-niano. D'altri templi, monasteri e molliplici edifizii onde a suoi giorni migliori andò ricca Torccllo, non faremo parola. Recava la città nello stemma una torre aggirata da una corona d’ alloro. Il porto dei Tre Porli in altri tempi chiamavasi porlo di Torcello. Aju-tava quest’ isola colle sue forze militari la repubblica ; e non vuoisi tacere che i Torceilesi furono tra’più caldi chieditori che fosse ridato il comando a Vittore Pisani. Aveva statuto proprio, e consiglio maggiore e minore. I nobili torceilesi vantavano tulli i diritti della cittadinanza originaria veneziana, a tal clic, occorrendo a taluno di comprovar questa per esser fatto abile a qualche impiego, facevasi scrivere de’nobili di Torcello, ciò che gli era dato ottenere sborsando cento zecchini d' oro.