<3* 416 immonda. Sennonché Iddio non volle che una città grande e famosa cadere dovesse nell’ avvilimento, e, quel che è più, divenisse anche lo scopo della malignità di coloro, i padri dei quali la aveano calpestata e tradita. Laonde, così ancella e dimessa, pel tramite di vari casi, la deduceva all’ ombra del trono di Cesare, il quale appellandola col caro nome di gemma, la dicea la più splendida di quante ornavano la sua augusta corona, e il pensiero volgeva a farla risorgere dalla prostrazione in cui era caduta. Quindi apriva i suoi mari al libero commercio dei popoli, ne ristaurava i monumenti, ne erigeva di nuovi, e concedeva, rimosso ogni ostacolo, che, mutata la fisica sua costituzione, stendesse ella una mano per unirsi alla prossima terraferma, affinchè, da questo amichevole nodo, ne venisse a lei quella vita, che 1’ era tolta per la cangiata sua condizione. E di fatti, non appena ella legossi colla prossima terraferma, mediante il ponte costrutto sulla sua laguna, parve risorgere come a prodigio : chè si accrebbe la sua popolazione d’ assai, si ripararono le sue vecchie fabbriche, se ne eressero di nuove; e le sue vie, divenute, la mercè delle cure provvidentissime degli edili, comode, ornate, e le principali anche rese splendenti fra le ombre coll’elereo lume del gaz, così si animarono, che sembrano tornati a lei i giorni più felici di sua invidiata possanza. A dar quindi succinta idea di esso ponte, diremo che a cura precipuamente del chiarissimo sig. Giuseppe cav. Reali, decoralo della grande medaglia d’oro imperiale del merito, veniva sollecitata la sua erezione. Secondo l’idea dell’egregio ingegnere Veronese Gio. Milani era dappria divisato; poi disegnato era dall’ingegnere sig. Tommaso Meduna, e poscia modificato dall’ altro sig. ingegnere Luigi Duodo, per cui il 25 aprile 1841 ponevasi solennemente la prima pietra da S. A. I. R. il serenissimo viceré Ranieri, assistito da S. E. il Cardinal patriarca e dai magistrati primari di Venezia e Milano ; affidatane la esecuzione all'onesto e capace imprenditore sig. Antonio Rusetto dello Petich, sotto la direzione dell’ ingegnere sig. Antonio INoale. Esso ponte si costituisce da 222 arcate distinte in sei stadi, ognuno di 57 arcate, da quattro piazzette e da una piazza maggiore, ed è