<3. 218 Quando si disse di esso avere Ire altari deeorali con opere del Tin-loretto, di Gasparo Dizioni, di Giovanni Segala, ed avere altri dipinti di niuna o poca importanza, tulio si disse. Accenneremo piuttosto esser morto nel 1822 nella casa stante nel mezzo di questo campo ed accennata dalla inscrizione sovrapposta l’immortale Antonio Canova. XXXIX. Anno 1581. Chiesa de’santi gervasio e protasio (San TivvasoJ, parrocchia. fS. di D.J Una fra le più antiche chiese della città fu questa dicata ai santi martiri Gervasio e Prolasio, perché sappiamo essere stata fin dal 1028 rinnovata, minacciando ruina l’antica, dalle famiglie Barbarigo e Caravella. INel 1105, arse questa nuova rifabbrica nel memorabile incendio in quell’ anno accaduto, e fu nuovamente rialzata dalla pietà dei fedeli in forma maestosissima, e tanto che, al dir del Sansovino, da quella in fuori di San Pietro di Castello, fu la maggiore che fosse fatta a’ suoi tempi. Per testimonio del Sabellico, accrescevano decoro l’atrio e la cupola della principale cappella costruita al modo greco. Sennonché la notte fra 1 11 e il 12 di settembre 1583, d’improvviso precipitava interamente; e l’anno appresso, per opera del parroco Domenico Leonardo, ponevasi la prima pietra del nuovo tempio, il dì 2G luglio, e nel breve giro di 7 anni, coi disegni di Andrea Palladio, fu ridotto ad intera perfezione. Ciò dicono il Martignoni ed il Cornaro; ma convien osservare che Palladio era morto da oltre tre anni, e, a meno che suppor non si volesse aver egli forniti i disegni prima dell' accaduta disgrazia, il che non par verosimile, sembra impossibile aver disegnata Palladio questa chiesa. E più par impossibile non riconoscendo in alcuna parte di essa indizio dello stile di quel maestro celebrato. La più bella opera d’ arte che in questo tempio s’ammira é il magnifico e ben operato altare del Sacramento, compreso nella collezione delle Venete Fabbriche, lavorato o da alcun dei Lombardi, o da Guglielmo Bergamasco, e certo appartenente alla vecchia chiesa, forse salvato in mezzo alla totale sua ruina in alto accennata : opera questa, in cui, con raro e ingegnoso innesto, la varietà e la ricchezza