Bellini, quando venne rapita dalle galliche armi. È vero che, a cagione del ristauro che sofferse, tutte non possono ammirarsi le bellezze del pennello del Palma, ma ancora assai ne conserva atte a chiamare a sé 1’ occhio dell’ intelligente. — Jacopo Tintoretto dappoi, con la Nascita del Precursore, mostra quanto era egli capace di morbidezza e di amore. — Di Paolo eravi pure una classica opera e degna di venir trascinata al carro della vittoria per ¡splendere nel Louvre ; ma tornata alle patrie lagune, fu assunta alle aule accademiche, e qui sostituita con un Cristo spirante dell’ emulo suo, il Farinaio. — Nè Jacopo Palma junior e venne meno alla sua fama, e se la fretta gli nocque assai volle, dimostrò qui quanto poteva, lorchè amava raccomandato suo nome alla posterità. Otto opere di lui qui si veggono: figura la prima, Maria lenente il Bambino, e circondata da Celesti nell’allo, e al piano i Santi Benedetto, Girolamo, Battista, Sebastiano ed il Serafico ; mostra la seconda il Santo titolare in gloria ; due son le portelle dell’organo con le fanciulle che incontrano Davidde vittorioso di Golia; e le ultime quattro, disposte intorno al Tabernacolo, presentano : la Flagellazione, la Coronazione di spine, Cristo sostenuto dopo morto e la Resurrezione. Esercitò molto il pennello in questa chiesa anche Antonio Vas-silachi, detlo 1' Alíense, imperocché lasciò otto dipinti. Il primo figura Daniello ; il secondo alcuni Santi ed Angeli ; il terzo i santi Gregorio e Teodoro; il quarto i martiri Nereo, Achilleo e Pancrazio ; il quinto la Vergine che sale i gradi del tempio ; il sesto lo Sponsalizio di Maria, e gli ultimi due, la Vergine col Putlo ed il Sacrifizio di Abramo. Non sono tutte, é vero, tele da annoverarsi fra le ottime, ma alcune mostrano Y Alíense lodato seguace di Paolo. — Si arricchì questo sacrario, non ha guari, di due vaste opere di Leandro Bussano, che esprimono fatti della vita di Maria, e che prima esistevano nella vicina chiesa del Sepolcro, nelle quali il giuoco di luce e di ombre è maneggiato da grande maestro, e secondo i dettami del più vecchio Da Ponte. L’ ultimo secolo della nostra scuola fu copioso, non vi ha