-c$o- 84 ■*£>■ l'ingresso sulla strada comune, che mette alla sopraddetta contrada; e nel mezzo sorgeva una tettoja da riporvi legname, e una piccola casetta terrena coperta di tegole. Quivi, poiché dal Consiglio dei X, n’ ebbero 1’ approvazione e offerirono alla Signoria 5oo ducati spontaneamente, incominciarono a costruire una chiesa e alcune anguste cellette per uso de’sacerdoti ; e nell’anno 1527 il primo giorno di quaresima fu celebrata la prima messa dal primo cappellano ( allora eletto ) Giovanni Augerinò di Cefalonia (i). Non era però codesta la mirabil chiesa d’ oggidì. Era fattura rozza e per modo di provvisione ; tanto da dover lasciare quella di san Biagio, e poter raccogliere dalla generosa carità de’connazionali il bisognevole alla fondazione di una chiesa migliore e più vasta. A che fu pensato facendo fare del i536 un modello in legno negli ordini e modi convenienti all’ uso orientale. E solo nell’ anno i53q, il primo dì di novembre, essendo castaido Marco Samariari di Zante, fu con grande solennità messa la prima pietra (2). Già non ripeteremo ciecamente le cose dette da quanti hanno scritto ( dal Temanza fino a’ dì nostri) intorno a questo edifizio stupendo : attribuito comunemente a Jacopo San-sovino ; nè intorno agli artefici, che ne hanno decorato l’interno. Anche non s’addirebbe alla natura di questi cenni dimostrare le inesattezze o le falsità degli altrui giudizii. Ma possiamo e dobbiamo riferire ciò tutto, che da nessuno fu esaminato, e che per la contemporanea autenticità de’ fatti è irrepugnabile (3). L’idea pertanto del sacro edifizio fu ordinata da Sante Lombardo ; che ne fu architetto per lo spazio di nove anni. In capo de’quali, oltre che i basamenti segnanti la intera planimetria della chiesa, condusse le tre absidi e un de’ pilastri nell’ angolo di fianco a quelle. Poi del i548 gli fu sostituito Giannantonio Chiona lombardo, quello stesso ch’è ricordato edificatore del Collegio de’ mercatanti di vino in san Silvestro (4) ; opera, di cui presentemente non rimane che qualche pietra. Soprantese egli alla costruzione, lavorando capitelli, pilastri e teste fino al 1570. Ma senza dubbio il primo e originale concetto di Sante in molte parti modificò, volgendo arbitrariamente più cose alla maniera sanso-vinesca ; ciocché ben chiariva il cav. Antonio Diedo, recentemente mancato al decoro delle beffarti (5). La cupola poi ( arditissima ) non fa cominciata che del i5?i, interrogatone il parere di ben quattro architetti; e fra questi quello delle fortezze. Ed è quasi certo che ne fosse costruttore Andrea Palladio ; perchè un anno appresso leggiamo architetto della chiesa un inesser Andrea (nome, che fra i celebri architetti di quella stagione aveva Palladio solo ), e perchè del i5?5 prendevasi consiglio non da altri, che da lui solo, intorno al come fare il gineceo ; lavorato in un anno da Bernardino Comin. Ma l’erezione propriamente del tempio fu compiuta a’ dì 11 di luglio 1573, durata trentaquattr’anni; della quale fin qui più di quindicimila ducati era costato la spesa. Che se in opera consacrata a presentare in sè sola il pio voto di tanti connazionali si dovesse dalla minore o maggior ricchezza dell’offèrta misurare la nobiltà della intenzione, vorremmo qui descrivere i nomi di tutti quelli che d’ anno in anno contribuirono alla devota intrapresa, e di quelli ancora che ad essa legarono generose somme in perpetuo. Ma dica di tutti eloquentemente la greca inscrizione (egregia e nobilissima fattura (1) Archiv. citato, Busta 34, n. 487-88; e Bust. 5o, n. 714. (2,) Archivio, Registro n. 68. (3) Archivio, Registri 2, 68, 69, 87, Giornali> Maestri ed altri documenti dal 1 549 al 1800. (4) Sansovino, Venezia descritta, p. i85. (5) Lettera a me, 9 di settembre 1846.