-=a» 226 «e=- modello dì galion ; un Leonardo, che fabbricò un bellissimo barzotto, della portata di 1200 botti, da noi ancora accennato al secolo XV, articolo Barzotto. QUINQUEREME FAUSTINA. Celebre e potente legìio da guerra. Vettor Fausto veneziano, che fra noi leggeva il greco, studiando Tucidide, immaginò come poter costruire una quinquereme, e ne fece proposizione al senato, cui, al riferire del Sanudo, testimonio oculare, il giorno i5 agosto i525, u mostrò uno bellissimo modello di far una galìa qual voga (5) remi, per ban-n elio, che le sottil voga solum tre, et qui mostrò il modo, sicché lo rimesse ad aldirlo in « colegio. « La proposta venne generosamente accolta col sovrano decreto 22 ottobre 1526, che all1 uopo assegnava al ridetto Fausto un cantiere serrato nell’ arsenale dove V habbi a far la galìa quinque reme. Compiuto questo ingente naviglio, Tanno 1529, il giorno 11 gennaio, si portò a vederlo il doge Andrea Gritti, e fu lanciato al mare il 28 aprile susseguente. Una cronaca ricordata dal Bossi in nota all 'Elogio storico da lui fatto a Gio. Rinaldo Carli, così esprime : « 1^29 a dì 23 marzo, la galia da cinque remi per banco, fatta da « M. Vettor Fausto regattò con altre doi galie da tre remi da Chioza, fino alli doi Cavi stelli e le passò. In quell1 esperimento aveane il comando, come capitanio, ser Alvise S'agredo, patron all1 arsenale. Ma col decreto medesimo che ne ordinava l’armo, venne eletto a comandante di essa il patrizio Girolamo Canale, figlio di Bernardino. Altro codice che apparteneva ad Apostolo Zeno, conosciuto col nome di Cronaca Savina, dà notizia sul destino di tale naviglio con queste parole : u del 1570 di genaro, la galia quinci que reme dove sopra v’ era il generai del papa Marcantonio Colonna fu abbruciata da una saetta che die’nell’ albero, e poi nella munizion. « Dobbiamo però credere, che almeno una porzione dell" equipaggio siasi salvata, mentre lo stesso Marcantonio Colonna comandò poi le galere di Roma alla grande giornata delle Curzolari, il 7 ottobre dell’anno dopo 1571. Intorno al sistema della quinquereme^ alla distribuzione, cioè, de*remi, valga quanto abbiamo detto trattando delle galeazze da mercanzia del secolo XIV e delle galee sottili del secolo XV, sicché alla lettura di quegli articoli rimettiamo coloro, che avessero brama di prenderne conoscenza. Tuttavolla, a maggiore schiarimento di quanto esponemmo, e per vieppiù provare che tanto la quinquereme Faustina, quanto gli all ri navigli veneziani a palamento, come le fuste, le galee sottili, le galeazze antiche da mercanzia, da noi altra volta denominate navigli poliremi, dicevansi biremi, triremi', quinqueremi, ec., non perchè avessero tre o cinque ordini di remi uno soprapposto all’altro, come molti tuttora erroneamente credono, ma perchè i remi loro erano combinati a tre od a cinque per ogni banco, aggiungeremo che in un codice già del doge Marco Foscarini, in cui è parlato della quinquereme, alla data 24 giugno 1629, s* legge: te Erano le fuste dette biremi, perchè avevano due remi al banco, et sono latinamente » le galee dette triremi, perchè d’ordinario già ne avevano tre, perciò un’altra sorte » di vascello, che ha armato già la repubblica, il quale ne aveva cinque al banco, era detto n quinquereme. n Evvi un’ epistola del senatore Pancrazio Giustiniano, che di questo naviglio così fa ricordo : Nostra aetate condita est navis quinqueremium rostrata, Senatus decreto, quae galea appellatur, etced il Fausto medesimo, scrivendo al dotto Gio. Battista Ramusio, diceva aver fabbricato unum e veteribus navigiis maxime abile quod quinis agitur remis aedificando ita ut vetusta illa mensura ad praesentem