o 454 ^ che non vorrebbe giustizia. Con Giannantonio De Luca è forza ricordare 1’ Accademia de’ Granelleschi, che con risibil principio e §otto risibile nome ( poco diversa in ciò dalla Crusca) contribuì grandemente ad arrestare il torrente della corruttrice forestiereria, e a far sorgere e conservare, in tempi poco curanti dell’ eleganza del dire, la riverenza e l’amore agli antichi nostri scrittori. Senza ciò, o c inganniamo, o non sarebbe già venuto tra noi a piantare il suo terribile tribunale Aristarco Scannabue, nè di qui avrebbe menato la sanguinosa si, ma pur assai benemerita Frusta. Qui di fatto trovò il Baretti protettori ed amici non pochi ; e s’ ebbe a partirne corrucciato, crediamo doversene incolpare, più che altro, quella sua troppo acre natura, facilmente stizzosa ed insofferente d’ ogni ritegno nella sua stizza. Sembraci anche notabile che due volte abbia Venezia cooperato, più che alcun’ altra città d’ Italia ( eccettuata, che s’intende, Firenze ), alla ristorazione di nostra lingua ; nel secolo decimosesto, cioè cogli ammaestramenti del Bembo, nel decimottavo coll’ Accademia de’ Granelleschi. Non metterebbesi sì tosto fine alla lista di coloro che negli ameni studi si resero chiari, e però faremo punto senz’ altro. Ma come non ricordar prima, almeno di volo, Tommaso Farsetti, prosatore e poeta elegante ? Gaspare Leonarduc-ci, che non chiameremo rivale di Dante, come qualche troppo facile lodatore, ma che certo non poco trasfuse ne’ propri poemi della forza ed evidenza dantesca ? Luigi Flangini cardinale, di cui il languore della poetica traduzione di Apollonio Rodio è compensato dalla molta dottrina e sensatezza delle illustrazioni che ad essa traduzione vanno compagne ? Giuseppe Cherubini, o più veramente Chiribiri, delle cui gustosissime poesie bernesche non ¡sdegnava farsi annunziatore a’ lettori, come già ¡1 Lasca di quelle del Berni, Gaspare Gozzi, e delle cui sacre orazioni, che arieggiano quelle de’ padri greci e i profeti, quando noi siamo dimentichi, parlano con elogi, forse oltre il vero, gli oltramontani ? Anton Federico Seghezzi, poeta e prosatore egli stesso, ma, sopra tutto, lodatissimo editore di classici libri ? Come non consacrare una riga a Zaccaria Seriman, che ( se ne eccettui la bellezza della dizione, nel Seriman