Fino dal tempo de’ primi consoli insulari, comparvero in queste lagune alcuni costruttori dalle estreme spiaggie degli Abruzzi e della Dalmazia, seco portando quell’arte, nella quale, se i Veneziani erano distinti e periti, lo erano però in quanto riguardava la piccola marina di-commercio, anzi quella che ora chiameremmo marina di caboltaggio; ma altro era costruire leggere barchette, legni da trasporto e da navigazione fluviale, ed altro accantierare navigli robustissimi, ed aver apparati di marittima possanza. Si trasse profitto dalla comunanza di codesti ospiti, ed i cantieri veneziani accrebbero di numero, e moltiplicarono di svariate e di maggiori costruzioni. Allora si videro comparire le LIBURNICIIE. Legni da guerra, altri di commercio. Specie di navi leggere originarie della Libia, fatte sul modello delle illiriche, e, secondo altri, delle gotiche. Somigliavano in qualche modo alle posteriori galee sottili, e, come le antiche scrille, forse portavano vela triangolare. Roindelet, nell’opera : Mémoires sur la marine des Anciens, pensa che avessero due ed anche tre ordini di remi : erano conosciute anco dai Romani, i quali, o le tolsero dalla Libia, o le videro sulle spiaggie d’llliria. Winesalf, citato da Jal, dice, che ciò che gli antichi chiamavano liburnia, i moderni chiamano galea. SECOLO VII. TARETE, TAREDE, o TARIDE, che chiamavansi anche CARACCHE. Legni da commercio, che pare servissero in guerra. Per quanto può dedursi dalle poche indicazioni che abbiam potuto raccogliere, le tarede, che si dicevano anche caracche, erano navigli di origine araba, atli al traffico, non alla guerra. Manca ogni dato per poter determinarne la grandezza e la forma. Sembra però che viaggiassero a vele, e, secondo Jal, a vele quadre, e che ve ne fossero di varie dimensioni : è però certo, che se ne fabbricarono in Venezia, e che si usavano anche nel secolo antecedente. L’ unico indizio sul quale si può appoggiare un qualche giudizio riguardo alla grandezza e alla stabilità di alcune fra le tarede più moderne, sta nel sapersi, che, nel 1176, uno di questi navigli ha servito a trasportar da Costantinopoli in Venezia le due colonne granitiche che vediamo erette in piazzetta a San Marco, e quella terza ancora, che, all' atto di scaricarle, cadde in mare e vi fu abbandonata. Cadauna di quelle colonne pesa circa 120 migliaja di libbre, e perciò le tre insieme pesavano prossimamente 180 tonnellate. Nel secolo XIII, alcune tarede veneziane sostennero con vigore ed alacrità ripetuti attacchi per parte de’ navigli del re di Tunisi, ciò che leggiamo anche nel nostro Marini, Storia del commercio, ecc. MARCILIANE. Legni mercantili. Viaggiavano colle vele senza 1’ apparato de’ remi, appunto come era delle tarede o caracche ; se ne costruivano alcune di singolare grandezza, ed allora