406 Annali d’ Italia; furono appefe in San Giovanni Laterano con ifcrizione in marmo per eterna teilimonianza della Pietà del Papa, e del valore de gl’Italiani. Non parlo del progreiTo delle guerre di Francia, per accennar di paf-faggio gli avvenimenti di Fiandra, ne’quali parimente ebbero parte molte milizie e Nobili d’Italia. Il Duca d' diva , in cui oltre alla naturale inclinazione s’accrefceva ogni dì più qualche dola di alterigia per le vittorie riportate, e per tante armi, che aveva in fua mano, fi rene-va oramai fotto i piedi la Nazion Fiamminga , fotto il qual nome a me fia lecito di comprendere tutti i Paefi baffi. Trovando egli non folo e-fauilo, ma anche indebitato l’erario Regio: per rimetterlo, anzi per renderlo capace di maggiori imprefe, fi avvisò d’imporre nuovi ag-grayj a que’Popoli. Pubblicò dunque editto, ordinando, che fi pagaife per tutte le vendite de’mobili la decima parte, la vigefima per gli ila-bili, e di tutti per una volta fola la centefima. Ma i Fiamminghi affai conofcenti, che queilo infopportabil pefo era la maniera d’impoverirli, e che tutto quello, che contribuiffero alle voglie del Duca, avea da fervire per maggiormente conculcar loro fteflì : cominciarono a ricalcitrare , moftrando, che sì fatto infolito aggravio andava a rovinar interamente il traffico, già troppo infievolito a cagion di tanti Teffi-tori, che erano paffati in Inghilterra ; e che fi ridurrebbono in tale povertà, che nè pure in tempo di pace avrebbero potuto pagar le ordinarie contribuzioni. Ma quanto più effi gridavano e comparivano renitenti ad una cieca ubbidienza, tanto più s’inalberava il Duca. Il tornare indietro non era cofa da Spagnuolo; perciò venne al tuono delle minaccie, ma fenza ottener l’intento. In tali difpute terminò l’Anno prefente in quelle parti. Ebbero in quell’ Anno varj capi di querele contra del Pontefice 1’ Imperador Majp.milij.no 11. e il Re di Spagna Fdippo 11. Le buone maniere , che fapeva ufare l’accorto Duca di Firenze Cofìmo l. l’avea-no renduto sì accetto a Papa Pio V. ch’egli fi potea in certa guifa chiamare l’arbitro della Corte Romana . Ballava, ch’egli chiedeffe, per ottenere . Concertata dunque fra loro la maniera di decidere, fenza decidere, la preminenza del Duca di Firenze fopra quel di Ferrara: il Papa nel dì primo di Settembre, fenza participazion del facro Collegio , dichiarò Cofimo Gran Duca di Tofcana, con affegnargli la Corona Regale. Spezialmente fi fondò egli, per concedergli quell’onore nella pretenfione del Duca di non riconofcere alcun Superiore temporale nel dominio Fiorentino , e in una non so qual diftinzione di Papa Pelagio. Per quella rifoluzione fi rifentirono forte, e fecero gravi doglianze l’Imperadore e il Re di Spagna, pretendendola per una manifeila ufur-