Anno M D V I I. la (uà perfona. Furono per quattro giorni in iftretti e fegretì ragionamenti, dimenticate le precedenti nemicizie, lìccome conveniva a Principi d’animo grande . (a) Avea Ferdinando colle maggiori dimoftra-(a) Gìovìo: zioni di benevolenza, e promette di vantaggi, menato leco da. Napoli anche il Gran Capitano Confalvo. Non fi faziò il Re Lodovico di mirare Rcb.mfpun, ed onorare un perfonaggio, che con tante pruove d’accortezza e valore avea tolto a lui un Regno ; impetrò ancora da Ferdinando, che quello grand’uomo cenafl’e alla medefima tavola , dove erano aflìft etti due Re e la Regina. Sì graziola finezza del Re Franzefe verfo di Confalvo ad altro non fervi, che ad accrefcere le gelolie nella tetta Spagnuo-la del Re Cattolico. In fatti, lìccome avvertirono il Giovio e il Guic-ciardino, quello fu l’ultimo dì della gloria di Confalvoj imperocché giunto in Ilpagna non potè mai ottenere il grado di gran Maftro de’ Cavalieri di San Jago, per cui gli aveva il Re impegnata la parola. Inforfero anche altri dittapori o contratempi , per cagion de’quali mai più di lui non fi fervi il Re nè in affari politici, nè in militari. Mancò di vita Confalvo nel dì due di Dicembre del 1515. nè lafciò il Re a lui morto di far quegli onori, che in vita gli avea negato, con ordinare, che dapertutto gli foflero celebrati lontuofi funerali: ricom-penfa ben mefchina ad uomo di tanto merito . Stette poi poco a tenergli dietro lo ftettfo Ferdinando, lìccome diraflì al fuo luogo e tempo . Anno di Cristo mdviii. Indizione XI. di Giulio II. Papa 6. di Massimiliano Re de Romani 16. L’Anno fu quello, in cui i principali Potentati dell’Europa Meridionale lì unirono, per atterrar la potenza della Repubblica Veneta, sfoderando cadauno sì le recenti, che le rancide pretenfioni loro fopra la Terra ferma, pofleduta da etti Veneti. Ma prima di quello fatto avvenne , che MaJJìm'diano Re de Romani s’era metto in penderò di calare in Italia, non tanto per prendere fecondo il rito de’ fuoi Predecettori la Corona e il titolo Imperiale in Roma, quanto per illabilire i diritti dellTnperio Germanico in quelle Provincie, e reca-^ Cantì re a Pifa , continuamente infettata da’Fiorentini quel foccorfo, eh e nujtorSabd. tante volte prometto , e non mai efeguito , fece poi nafeere il prover- Bembo. bio del Soccorfo di Pifa. ( b ) Chiello a’Veneziani il patto e l’alloggio JJloria Vene- per quattro mila cavalli, ebbe per rifpolla da quel Senato, che s’egli u msu. Tomo Xs C volea