Anno MDXXIII. I(^ Erano in quelli tempi nate controverfie fra il He Francefco, e Carlo Duca di Borbone della Reai Cafa di Francia, per le quali quello Principe difguilato avea fegretamente prefo il partito di Carlo lmperadore. E perciocché il Re avendo già raunata una poflente Armata, meditava di portarfi in perfona a riacquiilare lo Stato di Milano , giacché per prova avea conofciuto, che la prefenza del Principe influiva troppo al buon efito delle imprefe : il Borbone con Ce-fare avea progettato di affalire nella lontananza del Re la Borgogna maggiore ; al qual line s’ andavano ammaliando dodici mila Tedef-chi. Trafpirò quella mena, allorché il Re Criltianiifimo fu giunto a Lione; e però il Duca di Borbone, che quafi fa colto nella rete, ebbe la fortuna di falvarfi travellito in Germania , da dove poi il vedremo venire in Italia. Cagion fu la cofpirazione lùddetta, che il Re Francefco fi ailenne per ora dal pafiàre i monti per timore d’ altre fegrete infidie ; ma non per quello lalciò d’inviare in Lombardia per Generale Guglielmo Grojferio, per fopranome il Bonivet, Ammiraglio allora di Francia, che per favore fpezialmente di Lodovici Madre del Re era l’alito a i primi onori, e alla confidenza del Re medefimo, ma che accoppiava coll’ ignoranza del meltier della guerra una fom-ma arroganza e fuperbia. Poderofa era 1’Armata , ch’egli conduceva, perchè comporta di otto mila Svizzeri, fei mila Tedefchi, tre mila Italiani, tre mila Guafconi, Lande mille e ottocento, Arcieri due mila. Il Guicciardino paila di fei mila Svizzeri, lei mila fanti Tedefchi, dodici mila Franzefi, e tre mila Italiani, oltre alle fuddette Lancie. Sul principio di Settembre arrivò quello efercito a Sulà. A-veano i Veneziani collegati con Cefare eletto per lor Generale Francefco Maria Duca d’ Urbino, nè tardarono a fpedirlo nel Bergamafco con cinquecento Lancie, cinquemila fanti, e cinquecento cavalli leggieri, acciocché ad ogni cenno di Profpero Colonna paiTalTero 1’Adda. Parimente 1’ Arciduca Ferdinando inviò fei mila fanti a Milano» Trovava!! allora il Colonnefe malconcio di fanità .• contuttociò, dopo aver preludiata Pavia, e mandato Federigo Marchefe di Mantova alla guardia di Cremona, allorché fentì avvicinarli i Franzefi, fattoli portare in lettiga, s’andò a pollare al Ticino con penfiero di contrattarne loro il paiTaggio. Calati i Franzefi, poco dettero a impadronirli di Alti, AlelTandria, e Novara. Trovato anche il fiume Ticino molto magro, cominciarono in più luoghi a palTarlo: il che obbligò il Colonna a ritirarli in fretta a M lano, nel cui Popolo era entrata sì fatta colternazione , che per fentimento de i faggi, fe il Bmivet macciava a dirittura colà, feaza fatica v’entrava. Ma per voler